Mese mondiale Alzheimer: č importante agire
Le persone con demenza in Italia oggi sono 1,48 milioni, destinate a diventare 2,3 milioni entro il 2050. Federazione Alzheimer chiede anche al governo di portare il tema della demenza al prossimo G7 della Salute
Si stima siano 1,48 milioni le persone con demenza in Italia, destinate a diventare 2,3 milioni entro il 2050: il 55% in più rispetto a oggi. In occasione del “Mese mondiale Alzheimer”, campagna globale che si celebra ogni settembre creare maggior consapevolezza sulla malattia e combattere lo stigma che la circonda, Federazione Alzheimer Italia si fa portavoce nel nostro Paese dell’appello che Alzheimer's Disease International (ADI) lancia a governi, comunità e singoli individui: è urgente agire per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere lo stigma che rimane ancora un ostacolo alla diagnosi, al trattamento, alla cura e al supporto necessari.
La demenza è la settima causa di morte a livello globale: ogni tre secondi una persona sviluppa una forma di demenza. In tutto il mondo si stima che ci siano oltre 55 milioni di persone che vivono con questa condizione, che si prevede diventino 78 milioni tra cinque anni e 139 milioni entro il 2050. Attualmente il costo annuale stimato della demenza è di 1.300 miliardi di dollari, ma si prevede raggiunga i 2.800 miliardi di dollari nel 2030.
La Lancet Commission, inoltre, ha recentemente aggiornato il proprio rapporto del 2020 sui fattori di rischio per la demenza, aggiungendo la perdita della vista non trattata e l’elevato livello di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) agli altri già comprovati: l’inattività fisica, il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, le lesioni alla testa, i contatti sociali poco frequenti, l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la depressione, i disturbi dell’udito, insieme a scarsi livelli di istruzione e all’esposizione all’inquinamento atmosferico. Intervenire su questi fattori con attività di prevenzione permetterebbe di ridurre del 45% i casi di demenza a livello globale entro il 2050.
Numeri che non possono lasciare indifferenti come ricorda Katia Pinto, presidente di Federazione Alzheimer Italia: “La demenza è una priorità mondiale di salute pubblica, come riconosciuto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. È urgente agire e tutti dobbiamo prenderne consapevolezza. In primis i governi e le istituzioni, che devono prendere al più presto misure per combattere i fattori di rischio e garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico; ma anche i singoli cittadini, perché ognuno di noi può fare la sua parte per combattere lo stigma e contribuire così a migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie”.
Inoltre, bassi livelli di consapevolezza, disinformazione e discriminazione ostacolano gli sforzi per combattere la demenza. “Molte persone ignorano i segnali di allarme -commenta Paola Barbarino, amministratore delegato di Alzheimer's Disease International-. Il 75% di coloro che convivono con una demenza lo fa senza diagnosi. Con una diagnosi tempestiva le persone possono accedere al supporto post-diagnostico necessario per consentire loro di vivere bene e in modo indipendente il più a lungo possibile”.
Ma anche su questo c’è ancora molto da fare: l’85% delle persone con demenza, compresi i casi non diagnosticati, non riceve alcun supporto post-diagnostico. Per questo motivo Federazione Alzheimer e Alzheimer's Disease International invitano i governi ad agire in occasione del Mese mondiale Alzheimer e lanciano un appello in vista del prossimo G7 della Salute, presieduto dall’Italia, in programma ad Ancona il prossimo ottobre: “Rivolgiamo un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Salute Orazio Schillaci perché portino sul tavolo il tema della demenza e sottolineino l’urgenza di interventi concreti. Serve una strategia globale per combattere la demenza e serve ora: l’Italia si faccia portavoce dei diritti delle persone con demenza e delle loro famiglie per cambiare il futuro di questa condizione”.