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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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26/04/2025

L'odio online si polarizza, anche contro le persone con disabilità

Pubblicata l'ottava edizione della Mappa dell'intolleranza di VOX-Osservatorio italiano sui diritti. I termini descrittivi della disabilità usati sempre più spesso come insulti

“L’odio si espande e si polarizza” e quello online non risparmia le persone con disabilità. È quanto emerge dall’ottava edizione della Mappa dell’Intolleranza realizzata da VOX-Osservatorio italiano sui diritti in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari e La Sapienza di Roma. Come negli anni passati la mappatura si è concentrata sul social media X (in precedenza Twitter), per il 2024 sono stati presi in considerazione poco meno di due milioni di tweet tra gennaio e novembre.

Il rapporto evidenzia innanzitutto un aumento e una polarizzazione dell’odio online di cui sono vittima le donne, che restano la categoria più colpita: sono loro il bersaglio del 50% dei tweet negativi. Irrompe l’odio antisemita (che passa dal 6,59% di due anni fa al 27% del 2024), mentre avanzano anche xenofobia e islamofobia.

I tweet contro le persone con disabilità diminuiscono rispetto al 2022 e si attestano al 4%. Questi si concentrano in alcuni momenti specifici, i cosiddetti “picchi d’odio” in concomitanza con determinati eventi che vengono diffusi sui media. Ad esempio, l’aggressione verbale ai danni di una donna con disabilità che aveva chiesto, senza ottenerla, la liquidazione al suo datore di lavoro. O la notizia, diffusa il 13 marzo, dell’aggressione da parte di una baby gang ai danni di due adolescenti sordi. O la vicenda di un ragazzo con disabilità e di origine straniera aggredito per strada a Monza il 4 luglio.

Questa ottava edizione della Mappa dell’intolleranza ha preso in considerazione anche altri aspetti come l’incidenza dell’hate speech (i cosiddetti “discorsi d’odio”) e il ruolo che ha il social media (X) nella diffusione di stereotipi sulle categorie di prese in esame. Per quanto riguarda le persone con disabilità, il 79% dei tweet sui temi legati all’abilismo è contenuto di odio e venato di stereotipi correlati con lo hate speech. Un dato inquietante, secondo gli autori del rapporto, segno del fatto che “siamo in presenza di uno spostamento semantico, che usa i termini descrittivi della disabilità quali veri e propri insulti”. Frasi come “è solo un povero handicappato” o “solo un cerebroleso sceglie di pagare il 60% di tasse potendo pagarne meno” sono solo alcuni degli esempi di questa tipologia di contenuti.

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