Progettare concerti accessibili a tutti č possibile. Ecco come
I grandi eventi dal vivo, purtroppo, sono poco accessibili alle persone con disabilitā, fin dal momento dell'acquisto dei biglietti. C'č chi sta provando a cambiare la situazione con un proposte concrete e buone pratiche
L'estate è (tra le tante altre cose) anche la stagione dei concerti e dei grandi eventi dal vivo. La possibilità di assistere allo show del proprio artista preferito, una serata di buona musica con gli amici sono esperienze irripetibili e momenti di svago preziosi. Purtroppo, però, non sono accessibili a tutti: per le persone con disabilità partecipare a un concerto dal vivo in condizioni di parità con tutti gli altri appassionati è più complesso e faticoso, spesso “limitante” e talvolta persino impossibile.
“Alla Camera dei Deputati -spiega Lisa Noja, Consigliera della Regione Lombardia– pende una proposta di legge sul tema e, come Comitato Live For All, abbiamo lavorato a un pacchetto di emendamenti presentati dal gruppo parlamentare di Italia Viva. Proposte concrete che, finalmente, porterebbero l’Italia ad allinearsi agli standard di accessibilità adottati in altri paesi da anni. Inspiegabilmente, il testo giace fermo da mesi in Commissione cultura”.
Secondo Lisa Noja serve un cambio di passo: “Prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità a cui si appartiene è un diritto inviolabile riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nessuno deve più accettare che in Italia quel diritto sia costantemente calpestato quando si tratta di spettatori con disabilità”.
Nella primavera 2024 Noja è stata tra i promotori di “Live for all!” un manifesto ancora attuale che propone una serie di cambiamenti concreti per garantire a tutti di partecipare agli eventi dal vivo (concerti, in primis, ma non solo).
Cinque gli obiettivi identificati dal manifesto. Il primo è la richiesta di procedure di prenotazione e acquisto dei biglietti “nelle stesse date e attraverso gli stessi canali riservati al resto del pubblico” e con “procedure chiare, accessibili, trasparenti e sempre uguali”. Si chiede poi che il numero di posti riservati alle persone con disabilità sia il massimo possibile e che sia garantita piena visibilità e fruibilità dello spettacolo “per assicurare a ogni spettatore, a prescindere dalla disabilità, di godere dell’esperienza del live nella misura più estesa possibile, nel rispetto delle esigenze di sicurezza con personale adeguatamente formato”.
La quarta richiesta è lo stop alle segregazioni: le persone con disabilità devono poter partecipare agli eventi dal vivo insieme al proprio gruppo di amici e non in “aree dedicate”, separate e discriminatorie. Infine, si chiede che le strutture di nuova costruzione e gli interventi di riqualificazione o ristrutturazione di quelle esistenti vengano realizzati secondo i principi della progettazione universale. È ancora possibile sottoscrivere il manifesto “Live for all!” sulla piattaforma Change.org.
Se la strada per un cambiamento strutturale è ancora lunga, esistono però realtà che dimostrano come l’accessibilità possa diventare una pratica concreta. Tra queste c’è “Il concerto che vorrei”, un progetto partecipativo promosso da KeepOn Live, l’associazione di categoria dei live club e dei festival italiani, con il supporto del Ministero della Cultura e BAM! Strategie Culturali.
Nato nel 2022, il progetto ha l’obiettivo di migliorare l’accessibilità degli eventi live, ponendo al centro tre pilastri fondamentali: gender balance, inclusione sociale e diversity. Attraverso una mappatura dei bisogni di pubblico, artisti e operatori del settore, KeepOn Live ha lavorato per sviluppare soluzioni concrete e replicabili.
Uno dei risultati più significativi di questo percorso è la realizzazione di due strumenti pratici. Il primo è un kit di buone pratiche, disponibile gratuitamente online, raccoglie linee guida, case study e consigli basati su esperienze nazionali e internazionali. Questo strumento offre supporto agli organizzatori di eventi per migliorare la comunicazione, progettare spazi accessibili e raccogliere feedback utili. Un secondo “tool” di strumenti utili è un kit di comunicazione riservato ai live club e ai festival associati a KeepOn Live, fornisce materiali pronti all’uso per rendere la promozione degli eventi più inclusiva.
Tra le soluzioni promosse dal progetto figurano strumenti innovativi come i giubbotti vibranti, che permettono alle persone sorde o con disabilità uditive di percepire la musica attraverso le vibrazioni, e l’adozione di menù facilitati per migliorare l’esperienza del pubblico con esigenze specifiche.