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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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14/12/2020

Sentenza del Tribunale di Milano: erogare il "Bonus nido" a tutti gli stranieri

Accolto il ricorso presentato da ASGI, "Avvocati per niente" e LEDHA. Il provvedimento discriminava anche i bambini con disabilità

Escludere i cittadini stranieri privi del permesso di soggiorno di lungo periodo dalla possibilità di ottenere il cosiddetto “Bonus Nidoè illegittimo e discriminatorio. Lo ha stabilito il tribunale di Milano il 10 novembre 2020 accogliendo il ricorso presentato da ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), “Avvocati per niente” e LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. Il Tribunale ha quindi ordinato all’INPS e alla Presidenza del Consiglio dei ministri di consentire l’accesso alla prestazione a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti.

Il “Bonus asili nido” era stato istituto con le Legge di bilancio 2016 (L. 232/2016, art. 1, comma 35) e consiste nel rimborso delle rette pagate per la frequenza di un asilo nido (pubblico o privato). La legge non prevedeva nessuna limitazione in base alla nazionalità o al titolo di soggiorno, ma nel 2017 è intervenuto un DPCM (Decreto del presidente del consiglio dei ministri) che ha limitato la platea dei beneficiari ai soli cittadini italiani, dell’Unione europea e ai cittadini extra UE titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Successivamente, anche l’INPS ha confermato la platea di beneficiari prevista dal DPCM.

Questa decisione, lamentano i ricorrenti, ha escluso proprio le famiglie più vulnerabili e che maggiormente avrebbero avuto bisogno di sostegno. Penalizzando, inoltre, anche le famiglie straniere in cui è presente un bambino con disabilità: il “Bonus nido”, infatti prevede che per i bambini affetti da patologie incompatibili con la frequenza del nido, venga erogata alla famiglia la somma prevista dalla circolare al fine di coprire le spese di assistenza del bambino presso l’abitazione.

La scelta di escludere i cittadini extracomunitari titolari del solo permesso di lavoro viene giudicata particolarmente ingiusta dalle associazioni ricorrenti “anche in considerazione del fatto che l’importo della prestazione è cresciuto nel tempo, è stato riconosciuto anche alle famiglie facoltose, mantenendo tuttavia l’esclusione degli stranieri”, sottolinea ASGI.

Il giudice del Tribunale di Milano ha accolto la richiesta avanzata da ASGI, “Avvocati per niente” e LEDHA, affermando ancora una volta che il diritto dell’Unione europea impone di garantire parità di trattamento con i cittadini italiani a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti. Il giudice ha quindi ordinato alla Presidenza del consiglio dei ministri e a INPS di dar cessare la condotta discriminatoria e di rimuoverne gli effetti. Una sentenza che ha effetto su tutto il territorio nazionale

"Anche se il motivo del carattere discriminatorio della condotta accertata è connesso alla sola nazionalità, il Giudice ha ritenuto LEDHA ugualmente legittimata ad intervenire in questo processo, proprio in quanto ritenuta comunque portatrice di un interesse generale ad evitare che alcune condotte discriminatorie direttamente connesse ad altri fattori, possano avere una incidenza negativa anche sulle persone con disabilità", commenta l'avvocato Gaetano De Luca, sottotlinenado l'importanza della sentenza del Tribunale di Milano.

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