"Cascina Gatti continui a essere casa per i suoi abitanti"
La petizione lanciata da una rete di volontari, obiettori ed ex operatori e amici della struttura ha raccolto oltre 20mila firme. Trasferire gli ospiti significa sradicarli dal loro territorio
Sono oltre 20mila le firme raccolte (al 1° luglio) da una petizione lanciata sulla piattaforma Change.org da “una rete di volontari, obiettori di coscienza, ex-operatori e amici di Cascina Gatti che credono fortemente nell’approccio inclusivo e nei legami che quella realtà ha saputo creare e mantenere” e rivolta al sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano. La petizione chiede che la comunità di Cascina Gatti (una comunità alloggio socio-sanitaria per persone anziane con disabilità con sede a Sesto San Giovanni) continui a essere la casa dei suoi attuali abitanti. E che i suoi ospiti non vengano trasferiti in altre strutture, arbitrariamente individuate senza il coinvolgimento degli ospiti e delle loro famiglie, ma che si garantisca per loro ed insieme a loro la predisposizione di un Progetto di vita -obbligo di legge- che tenga conto delle loro volontà, desideri, aspettative ed esigenze specifiche”.
La vicenda della comunità di Cascina Gatti ha avuto inizio lo scorso aprile, quando il comune di Sesto San Giovanni ha deciso di modificare la funzione della struttura che da socio-sanitaria è diventata una comunità alloggio per disabili priva della funzione di assistenza sanitaria. A seguito di questa decisione, le famiglie degli ospiti sono state informate verbalmente della decisione presa dall’amministrazione Comunale e contestualmente della necessità di trasferimento diretto e immediato degli utenti presso diverse strutture residenziali fuori dal territorio di Sesto San Giovanni, che garantiscano loro la continuità sanitario-assistenziale di cui hanno bisogno.
Alcuni degli ospiti di Cascina Gatti hanno vissuto nella struttura per molti anni. In alcuni casi anche trenta. Questo trasferimento, scrivono i promotori della petizione “significa essere sradicati dal nucleo vitale della piccola comunità a dimensione familiare dove hanno vissuto fin da ragazzini, con i loro compagni di sempre, nel loro territorio, vicini alle loro famiglie per finire ospiti anonimi di residenze sanitarie per persone con disabilità dove affrontare, spaesati e isolati, l’ultima fase della loro vita”.
Le motivazioni di questo trasferimento non sono state esplicitate dall’amministrazione comunale. Che, tra l’altro, ha proceduto a questa decisione senza coinvolgere né gli ospiti e le loro famiglie né ogni altra parte in causa. Ad aprile il Comune ha scelto di non rinnovare la concessione alla cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione che da 35 anni gestisce la comunità di Cascina Gatti e lo ha fatto senza interpellare preventivamente ATS Citta Metropolitana di Milano (che da oltre 15 anni accredita la Comunità a struttura sociosanitaria).
“Crediamo che questo comportamento sia lesivo del diritto delle persone con disabilità di scegliere, sulla base dell’eguaglianza con gli altri, dove e con chi vivere (art. 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato Italiano con Legge 18/2009) diritto che invece il Comune dovrebbe tutelare, anche in quanto Amministratore di sostegno di alcuni di loro, garantendo loro l’inserimento nella società in cui vivono e proteggendoli dal rischio di isolamento”, scrivono i promotori della petizione.