Apertura alle visite in struttura e ripresa delle attivitą nei Cdd. Le novitą in Lombardia
Con una delibera del 6 settembre, la Regione sancisce la fine del lunghissimo periodo di confinamento che, per moltissime persone con disabilitą, dura dall'inizio della pandemia da Covid-19
Ripresa delle visite ai propri parenti e familiari che vivono presso le strutture residenziali (Rsa e Rsd), possibilità di effettuare uscite temporanee per gli ospiti e ripresa delle attività presso i servizi semi-residenziali. Sono le principali novità contenute nella delibera approvata da Regione Lombardia lo scorso 6 settembre (Dgr 5181/2021) che recepisce e dà attuazione a quanto in realtà già previsto dalla normativa nazionale, sancendo così la fine della situazione di confinamento/segregazione di molte persone con disabilità che dura dall’inizio della pandemia da Covid-19. Un tempo lunghissimo.
Trovano così una prima risposta le richieste che LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità aveva avanzato tramite la lettera inviata il 15 luglio scorso. Sia il dispositivo della delibera sia l’allegato riportano importanti indicazioni per riprendere e garantire la qualità della vita delle persone con disabilità. "Con questa Dgr si sancisce quindi nuovamente, oltre l’obbligo di ripresa per tutti, la possibilità di rivisitazione delle normali vecchie organizzazioni dei servizi, e questo anche in vista della loro riforma, prevista dalla Legge regionale 23/2015 e che dovrebbe essere confermata anche nella riforma attualmente in discussione presso il Consiglio regionale", commenta il presidente di LEDHA, Alessandro Manfredi.
Per quanto riguarda i servizi semiresidenziali (ad esempio i centri diurni) l’indicazione è chiara: entro un massimo di sessanta giorni le attività devono riprendere in modo regolare, ponendo fine alla situazione che vede molte persone con disabilità ricevere un servizio parziale, in alcuni casi dimezzato o nullo. La Dgr sottolinea come questo risultato possa essere ottenuto anche continuando a fornire un servizio in “modalità alternative” a quelle tradizionali, così come previsto dalla Dgr 3183, ovvero con intervento a domicilio o in remoto o in luoghi diversi da quelli del Centro e questo potendo contare in ogni caso sul pieno riconoscimento economico.
Per quanto riguarda i servizi residenziali (Rsa e Rsd) Regione raccomanda anche di limitare l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi dalle persone in possesso del green pass per “evitare che possa rappresentare una limitazione non giustificata al diritto di scelta” e invita anche a programmare le visite lungo tutto l’arco della giornata, coinvolgendo nell’organizzazione le associazioni di familiari e di volontariato. Ovviamente il tutto mantenendo le consuete misure di sicurezza, a cui siamo ormai abituati.
Allo stesso modo sono consentite le uscite temporanee, sempre se si è in possesso di green pass, senza particolari limitazioni e senza, soprattutto, che sia necessario ricorrere a misure di isolamento al rientro in struttura. Questa possibilità rimane solo in caso la persona abbia frequentato luoghi e situazioni di particolare rischio descritte in modo puntuale. Infine, ma non certo per ultimo, nella sezione dell’allegato dedicata agli ospedali si richiama la norma nazionale che specifica come agli accompagnatori delle persone con grave disabilità è sempre consentito prestare assistenza anche nel reparto di degenza.
Una delibera quindi che prevede il ripristino delle attività e delle visite per le persone che hanno visto molto limitate, più di tutto il resto della popolazione, i normali atti quotidiani della loro vita: si permetterebbe loro di riguadagnare ora una qualità della vita che potrebbe essere così anche migliorata, se l’occasione data dalla delibera venisse accolta dagli enti gestori in modo illuminato e in linea con la legge, trasformando così lo stato di chiusura generato dall’emergenza in una fonte di ripensamento del sistema dei servizi in funzione del diritto all’inclusione delle persone con disabilità.