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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

30/09/2021

Le proposte delle associazioni di persone con disabilità al candidato Sala

Venerdì 24 settembre, il comitato elettorale del sindaco uscente ha organizzato un incontro con le associazioni milanesi. Casa, lavoro, accessibilità, qualità dei servizi sono alcuni dei temi emersi

Nel pomeriggio di venerdì 24 settembre si è svolto un momento di incontro e confronto tra il candidato sindaco (e attuale primo cittadino) Giuseppe Sala con le principali associazioni di persone con disabilità attive a Milano. Un incontro promosso e organizzato dalla deputata Lisa Noja, candidata alle elezioni comunali di Milano.  Durante il pomeriggio i rappresentanti delle associazioni (da LEDHA a Uildm, da Aias Milano ad Anffas, da fondazione Idea vita a l’Abilità) hanno esposto al candidato sindaco proposte, richieste e spunti di riflessione sui temi più disparati: mobilità, accesso alla casa, abbattimento alle barriere architettoniche, vita indipendente e inclusione nella società delle persone con disabilità.

Enrico Mantegazza, presidente di Ledha Milano ha sottolineato la disponibilità dell’associazione di mettersi a disposizione di tutti i candidati sindaco per esporre le proprie idee e i propri pareri. “La nostra federazione e le associazioni che ne fanno parte vogliono vedere un’applicazione sempre più concreta della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità per quanto riguarda la scuola, il lavoro, l’abitare, il tempo libero e lo sport -ha spiegato Mantegazza-. Siamo disposti a mettere le nostre competenze a disposizione dell’amministrazione per fare di Milano una città accogliente e inclusiva, che guardi all’oggi e soprattutto al domani”

Giovanni Merlo, direttore di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha messo al centro del proprio intervento l’esigenza di rendere la città di Milano completamente accessibile alle persone con disabilità (motorie, intellettive e sensoriali). “Non partiamo da zero, c’è stato l’appuntamento di Expo 2015 che ha permesso di avviare un percorso importante: ma Milano, oggi, è ancora una città accessibile a macchia di leopardo -ha spiegato-. L’accessibilità deve uscire dalla ‘colonnina degli adempimenti’ di legge e assumere l’idea che una nuova piazza, un nuovo tram o sono per tutti…. Non devono essere”.

Gabriele Favagrossa di Aias Milano ed esperto di accessibilità ha sottolineato l’esperienza positiva di Expo 2015: “Un modello esportabile in vista delle Olimpiadi 2026, con la presenza di una cabina di regia politica che metta insieme tutti gli attori coinvolti. Un’esperienza da cui trarre spunto per guardare avanti e migliorare quello che è migliorabile”. A differenza dell’esposizione universale, la rassegna olimpica e paralimpica si svolgerà su un territorio che non sarà solo quello cittadino: “Serve quindi una regia complessiva e serve la partecipazione delle associazioni, che è stata il punto di forza di Expo -ha sottolineato Favagrossa-. Per arrivare all’obiettivo di avere Olimpidi e Paralimpiadi invernali accessibili e inclusive è fondamentale mettere al centro una progettazione basata sull’universal design, serve formazione per chi lavorerà in quei giorni e per gli operatori del turismo e del commercio, servono informazioni chiare e accessibili. Soprattutto serve una visione: devono essere azioni che hanno l’obiettivo di durare nel tempo per migliorare la qualità della vita dei cittadini di Milano”.

Marco Rasconi, presidente nazionale Uildm, ha messo al centro del suo intervento il tema della casa: "Accesso al lavoro e all’abitazione sono fondamentali per costruire un progetto di vita in cui le persone con disabilità possono partecipare alla crescita della città -ha commentato-. L’accesso alla casa è un tema strutturale e quelle dell’edilizia residenziale pubblica devono poter accogliere le persone con diverse disabilità: ancora oggi, purtroppo, ci sono appartamenti non accessibili”. Della centralità del lavoro per le persone con disabilità ha parlato Daniele Viola, di Anffas Milano: “Ci aspettiamo che una città come Milano prenda una posizione precisa nei confronti del mondo del lavoro. Chiediamo al Comune di esporsi su questo tema, di coinvolgere le aziende e parlarne. Per rendere visibile quello che attualmente non è visibile”. Mentre Laura Borghetto, presidente de L’Abilità ha avanzato al candidato sindaco la richiesta di sottoscrivere il manifesto per il diritto al gioco dei bambini con disabilità: “Quando inizia l’inclusione? Quando nasce un bambino con disabilità o quando arriva la diagnosi: in quel momento si aprono due strade. Quella dell’esclusione e quella dell’inclusione -ha commentato-. Per percorrere questa strada serve la pratica del gioco, che non può limitarsi ai parchi gioco pubblici accessibili”.

Massimo Diani, di Aias Milano ha posto al centro del suo intervento il ruolo del Comune, invitando l’amministrazione a non essere semplicemente un “erogatore” di servizi, ma promotore e garante di un percorso di inclusione. Ha poi posto l’accento sui centri estivi, oggi completamente scollegati dal resto del sistema e a cui i bambini con disabilità fanno fatica ad accedere. Mentre Elena Manzoni, rappresentante di Fondazione Idea Vita ha posto l’accento sul “dopo di noi” e sulla filiera dei servizi diurni “che sia inclusiva e non suddivisa per categorie di gravità o di disabilità, ma che sia capace di relazionarsi con il territorio per dare vita a luoghi aperti alla collettività -ha sottolineato-. Nel corso degli anni le famiglie hanno realizzato molte esperienze, partendo non dalle rette ma dal budget di salute. Il Comune dovrebbe fare riferimento a queste esperienze”

“Mi sono trasferita a Milano per studiare e trovare una città che mi potesse offrire opportunità, tra cui quella di fare sport. E questo mi ha cambiato la vita -ha detto Anna Rossi, atleta di powerchair hockey e rappresentante della Federazione italiana paralimpica powerchair sport-. Serve ripensare gli spazi non solo per assistere agli eventi sportivi ma anche per permettere alle persone con disabilità di frequentarli da protagonisti. Inoltre, spesso lo sport rimane una possibilità ‘astratta’: se non hai la fortuna di incontrare una persona che ti fa conoscere questo mondo difficilmente ti metti in gioco. Sarebbe importante se l’amministrazione comunale proponesse la pratica sportiva alle persone con disabilità. Perché oggi, spesso, il sistema ci dice ‘Meglio di no, è troppo pericoloso’. Io vorrei che Milano fosse la città del: ‘Si può.. ci puoi provare’”.

Al termine del giro di istanze e sollecitazioni da parte delle associazioni, il sindaco uscente ha sottoposto le proprie riflessioni e proposte per l’eventuale rinnovo come primo cittadino di Milano. Tra le proposte di Sala quella di realizzare una campagna di comunicazione e sensibilizzazione sui temi della disabilità (da realizzare in collaborazione con le associazioni), la valorizzazione della corersponsabilità, la possibilità di farsi promotori presso il Governo affinché all’interno dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati a Milano ci sia un’attenzione particolare per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Per quanto riguarda il tema della casa e dell’accessibilità dei luoghi pubblici, Sala ha ribadito la volontà a fare di più rispetto a questi temi, in un momento storico in cui viene data particolare attenzione alla rigenerazione degli spazi urbani.  Da ultima, una proposta per rivedere le forme di rappresentanza delle persone con disabilità all’interno del Comune.

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