Messaggio dell'Inps: assegno per l'invalidità civile solo se non c'è reddito
L'istituto di previdenza ha stabilito che l'assegno mensile per le persone con invalidità tra il 74 e il 99% può essere erogato solo se non c'è attività lavorativa. La protesa di Fish
Per avere diritto all’assegno mensile per invalidi civili parziali (erogato a persone tra i 18 e i 67 anni, con invalidità tra il 74 e il 99%) non vi deve essere alcuna attività lavorativa, neanche minima, che produca reddito, anche se inferiore al limite annuo di 4.931,29 euro: lo ha stabilito un messaggio prodotto dall’INPS, sulla scorta della giurisprudenza in materia, come spiega Handylex in un lungo e dettagliato articolo pubblicato sul suo sito internet.
Sulla decisione di Inps è intervenuta la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) che ha evidenziato come questa interpretazione, del tutto restrittiva della norma, stia creando grande preoccupazione a migliaia di persone con disabilità e alle loro famiglie. La federazione ha chiesto e ottenuto un immediato incontro con la ministra per la Disabilità, Erika Stefani, cui parteciperanno anche i rappresentanti della Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità).
“Con la ministra Stefani -spiega il presidente Fish Vincenzo Falabella- discuteremo su come tracciare la strada più immediata per superare questa ingiustizia normativa, chiedendole di rappresentare la questione sia in Consiglio dei Ministri, sia in Parlamento. Servirà infatti un intervento immediato sulla stessa Legge 118 che cinquant’anni fa fissò i gradi di invalidità e le relative provvidenze, una norma che è alla base dell’attuale interpretazione fornita dall’Inps”.
“Ricordiamo tra l’altro -prosegue Falabella- che proprio nel luglio scorso il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, durante un incontro con la nostra Federazione, si era impegnato in prima persona a voler migliorare i servizi per la richiesta dei benefìci da parte della persona con disabilità, oltre che a voler potenziare il processo di gestione delle prestazioni erogate. Parole, quindi, che oggi vengono a dir poco smentite dal messaggio prodotto nei giorni scorsi dall’Istituto”.