Dimitri č arrivato in Italia
La sezione pavese della Uildm č riuscita a organizzare il trasferimento del giovane ucraino con distrofia di Duchenne. Pirastu: le persone con disabilitā possono dare un contributo importante anche in situazioni complesse come questa
Non è stato semplice aiutare Dimitri -un giovane ucraino di 21 anni con la distrofia di Duchenne- a lasciare il suo Paese per raggiungere l’Italia. “Ci siamo rivolti a molte realtà, alla fine abbiamo conosciuto la cooperativa sociale Sfera di Verona che lavora in ambito sanitario. Con loro siamo riusciti ad organizzare un viaggio per trasportare Dimitri e la sua famiglia -racconta il presidente della Uildm di Pavia, Fabio Pirastu-. All’andata la cooperativa ha portato materiale sanitario in Ucraina, al ritorno ha caricato Dimitri sull’ambulanza. Non era possibile trasportarlo in altro modo, era impensabile che potesse fare un viaggio di trenta ore seduto sulla carrozzina”.
La sezione pavese della Uildm era in contatto con il giovane da anni, attraverso la nonna paterna che vive e lavora in Italia come assistente personale di una socia dell’associazione. In precedenza, Uildm Pavia aveva attivato una campagna di raccolta fondi che ha permesso al papà di Dimitri di venire in Italia per la riabilitazione, a seguito di un grave incidente in cui era rimasto paralizzato.
Dopo il trasferimento del padre in Italia, Dimitri viveva a Černivci, una città nell’Ovest dell’Ucraina al confine con la Romania, assieme alla mamma e alla sorella: “Allo scoppio del conflitto abbiamo proposto loro di venire in Italia. All’inizio non se la sentivano di lasciare la loro terra natia, ma con il peggiorare della situazione si sono decisi -spiega ancora Pirastu-. Non è stato semplice farli arrivare in Italia. Dimitri è arrivato sano e salvo a Verona domenica 20 marzo alle 2 del pomeriggio. Siamo andati a prenderlo con i nostri mezzi e li abbiamo accompagnati all’albergo dove sono temporaneamente alloggiati”. Per le prossime settimane, la sfida sarà quella di organizzare la vita quotidiana e l’inserimento di Dimitri all’interno della comunità pavese. Inoltre, la sezione locale della Uildm si sta organizzando per la presa in carico del giovane presso un centro per le malattie neuromuscolari: “La sua situazione in Ucraina era un po’ precaria, usava una carrozzina manuale con un asciugamano a mo’ di cuscino e non ha un respiratore. Stiamo mettendo a disposizione di Dimitri tutte le nostre conoscenze in ambito neuromuscolare, i nostri servizi e il nostro know-how”, spiega Fabio Pirastu.
Anche se la parte più complessa è stata portata a termine restano ancora un po’ di ostacoli da superare: i volontari e i soci dell’associazione che stanno aiutando Dimitri sono alla ricerca di un mediatore culturale con competenze in ambito scientifico-sanitario, anche per tradurre tutti i certificati e la documentazione medica scritta in cirillico. “In questi giorni Google translate è diventato il nostro migliore amico -scherza Pirastu-. Quello che abbiamo dimostrato con questa esperienza è che le persone con disabilità possono dare un contributo importante anche in situazioni complesse come questa”.