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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

29/03/2023

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura sui provvedimenti anti-Covid nelle Rsa

La visita del comitato si è svolta tra marzo e aprile 2022. Alla luce dei provvedimenti adottati gli anziani ricoverati “potrebbero essere considerati come de facto privati della loro libertà”

Il 24 marzo 2023 il Comitato europeo per la prevenzione della tortura o delle pene inumane e degradanti (Cpt) ha pubblicato il proprio rapporto sulla sua visita periodica in Italia condotta nel periodo marzo-aprile 2022 durante il quale la delegazione del Cpt ha visitato -oltre ad alcuni istituti penitenziari- anche delle strutture psichiatriche e residenze socio-assistenziali: nella quasi totalità di tratta di strutture localizzate in Lombardia.

Per quanto riguarda le case di cura, la visita ha interessato due Rsa nel territorio milanese: la delegazione, si legge nel report finale del Cpt, ha potuto osservare che “il personale di entrambe le strutture visitate ha mostrato un atteggiamento premuroso nei confronti dei residenti”.

Tuttavia, il Cpt nota che, alla luce delle restrizioni associate al Covid-19 (in particolare il mancato accesso all’aria fresca, ridotte attività riabilitative e ricreative e meno visite familiari) i residenti delle due Rsa visitate “potrebbero essere considerati come de facto privati della loro libertà”. In particolare, il Comitato ha notato che le restrizioni continuamente in atto da febbraio 2020 nelle due strutture visitate hanno avuto “effetti deleteri lenti, graduali ma notevoli sullo stato fisico e mentale (degli ospiti, ndr) -si legge nel rapporto-. I residenti di entrambe le Rsa hanno espresso alla delegazione la loro frustrazione e rassegnazione per quelle che consideravano misure sproporzionate e indefinite”.

La raccomandazione del Comitato ricalca i contenuti di un analogo appello lanciato da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità già a gennaio 2022. Un testo in cui l’associazione invitava i gestori dei servizi residenziali a evitare chiusure generalizzate e assolute delle strutture; contemperando gli interventi necessari alla tutela della salute (per prevenire la diffusione del Covid-19) con la necessità e il diritto delle persone a mantenere relazioni affettive con i propri familiari e a partecipare alla vita sociale alle stesse condizioni garantite al resto della popolazione.

Il comitato aveva quindi invitato le autorità italiane a “prendere misure urgenti” per alleviare le restrizioni in atto, migliorando l’accesso alla fisioterapia e alle attività di riabilitazione, oltre ad assicurare, in futuro, un’interpretazione meno restrittiva delle norme applicabili, “alla luce di chiare prove scientifiche e del particolare contesto epidemiologico territoriale”.

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) visita i luoghi di detenzione negli Stati contraenti della Convenzione europea per la prevenzione della tortura per valutare come vengono trattate le persone private della libertà al fine di rafforzarne, qualora necessario, la protezione dalla tortura e da pene o trattamenti inumani o degradanti. Questi luoghi includono carceri, centri di detenzione minorile, stazioni di polizia, centri di permanenza per stranieri, ospedali psichiatrici e case di cura. Dopo ogni visita, il Cpt  trasmette al governo interessato un rapporto contenente le sue conclusioni e raccomandazioni.

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