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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

26/01/2006

La strage dei disabili

27 gennaio Giornata della memoria. Con i disabili il regime nazista inaugurò la stagione delle stragi sistematiche. Morirono centomila persone con disabilità.

Il 27 gennaio 1945 si aprono i cancelli di Auschwitz: i soldati dell'Armata Rossa scoprono l'orrore dei campi di concentramento. La 'Giornata della memoria' intende ricordare a tutti gli uomini le vittime dell'Olocausto. Una storia tragica della vicenda umana che dobbiamo aver il coraggio di conoscere e studiare.

Sono milioni le vittime della dittatura nazista: in primo luogo ebrei ma anche zingari, omosessuali, Testimoni di Geova e gli individui bollati dal regime come "asociali". Ad aprire la strada ai massacri furono le persone con disabilità, definite da Hitler come "involucri vuoti le cui vite sono indegne di essere vissute".

La storia della strage dei disabili non inizia però il primo settembre 1939 quando un dispaccio di Hitler incarica "Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt (...) di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l'umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia."

Il programma "Action T4" che organizzò lo sterminio dei disabili fu il punto di arrivo di una strada iniziata nel 1920, in occasione della pubblicazione del testo 'L'autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne di essere vissute' ad opera del giurista, Karl Binding e dello psichiatra Alfred Hoche. A queste teorie 'scientifiche' si ispirò il regime nazista quando varò nel 1933 la legge sulla sterilizzazione dei disabili e pochi anni dopo (1935) quella sulla salute coniugale che impediva i matrimoni fra persone con disabilità, con la motivazione di preservare la purezza della razza.

Nel giro di breve tempo si passò dalla pratica della sterilizzazione di massa alla pianificazione e realizzazione della sistematica eliminazione di tutte le persone con disabilità, a cominciare dai bambini. Il 'Comitato per la registrazione scientifica dei disturbi ereditari' provvedeva ad identificare le persone da eliminare che venivano sottratte alle famiglie con la scusa di inviarle in centri specializzati per la cura e la riabilitazione. Morirono tutti. La strage continuò fino alla fine del conflitto, nonostante in questo caso suscitasse l'ostilità e le proteste di larga parte della società tedesca. Per questo motivo Hitler decise di sospendere ufficialmente l'Aktion T4, ma il massacrò dei disabili e dei 'malati di mente' si intensificò nel silenzio e nella segretezza. Iniziò una nuova Aktion: la "14F13", dalla sigla del formulario utilizzato per registrare i decessi. La società nazista non poteva più 'sopportare' il costo sociale delle persone disabili.

"Nell'autunno 1941, in occasione di una visita di servizio nel mio reparto del dottor Lolling mi fu da lui comunicato che una commissione composta di quattro medici sotto la direzione del professor Heyde sarebbe presto giunta a Dachau. Il compito della commissione sarebbe stato iscrivere nell'apposito elenco per i trasferimenti a scopo di eutanasia i detenuti inabili al lavoro e disporne il trasferimento al campo di Mauthausen per l'eutanasia nelle camere a gas.

Fu proprio la decisione di procedere alla eliminazione sistematica degli adulti disabili ad aprire la strada alla sperimentazione delle camere a gas, soluzione considerata efficace per uccidere grandi masse di uomini. La realizzazione dell'Aktion T4 e della successiva 14F13 servirono al regime nazista a sperimentare la mostruosa macchina da sterminio che realizzò l'Olocausto fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. I programmi di eliminazione si rivolgevano ai disabili psichici e fisici ma si estesero ben presto a quelle persone che venivano considerati una "minaccia" biologica. Ogni comportamento 'anormale' poteva essere giudicato come pericoloso per il bene del popolo tedesco.

Un massacro che non rimase certo nei confini tedeschi. Come testimonia lo storico Michele Pacciano "Con l'estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad Auschwitz-Birkenau. Perché nella tragedia di ognuno, si ritrova la Storia di tutti."

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