E gli insegnanti di sostegno?
Risponde per LEDHA Donatella Morra ad una mamma che porta il nodo degli insegnanti di sostegno non approfondito nella riforma Gelmini. A rischio il diritto a inclusione e educazione.
La signora Mariapia scrive con il marito a LEDHAscuola:
Io e mio marito abbiamo una bellissima bimba, Nadia, purtroppo disabile. Ha 11 anni e frequenta la quinta elementare.
Ho sentito e valutato il programma del Ministro Gelmini (obiettivo 45 del programma) dove solo marginalmente si fa cenno all'inserimento dei disabili in ambito scolastico. Quello che più mi ha colpito è che mai in nessuna intervista che le è stata fatta abbia affrontato il problema della disabilità e degli insegnanti di sostegno che sono pochi e possono coprire poche ore. Se il Ministro avesse un figlio disabile penso che il problema avrebbe avuto rilevanza prioritaria.
Ha sempre e solo parlato di tagli, di reinvestire i soldi "risparmiati" per pagare meglio quel che resterà degli insegnanti e per premiare i più meritevoli.
A questo punto ho deciso di provare a fare qualcosa per mia figlia e per gli altri bimbi come lei. Quale mobilitazione sarebbe possibile per chiedere al Governo di reinvestire una parte (tutta quella che è necessaria) dei soldi "risparmiati", in termini di aumento del numero degli insegnanti di sostegno e quindi di ore da dedicare ai bambini e ragazzi disabili?
Mi sono informata parlando con altre mamme i cui bimbi sono seguiti da AIAS e ho scoperto che ci sono bimbi che hanno l'insegnante di sostegno per 4/6 ore alla settimana: cosa possono fare in così poco tempo?
Anche bambini che potenzialmente (come per fortuna, piano piano, mia figlia) hanno la possibilità di apprendere delle nozioni si vedono così tarpare le ali: meno ore hanno a disposizione, meno possibilità hanno di imparare anche quel qualcosa in più.
Ho scritto anche una raccomandata al Ministero prima di rivolgermi a Voi, ma immagino che il Ministero l'abbia già archiviata senza dare alcun seguito (ve la allego).
Perchè tanta indifferenza di fronte a un problema tanto grave? perchè i più deboli devono pagare di tasca propria l'indifferenza di chi sta al governo?
Mi rendo perfettamente conto che una persona da sola non può, se non c'è una associazione qualificata alle spalle,
Per questo motivo mi rivolgo a Voi.
Vi ringrazio sentitamente per l'attenzione che vorrete darmi e spero di avere presto un contatto con Voi.
Cordiali saluti.
Mariapia Spreafico e Giuseppe Rauci - 30 ottobre - Zivido di San Giuliano Milanese (MI)
Risponde Donatella Morra, rappresentante LEDHA del Gruppo di lavoro regionale sull'alunno con disabilità
Gentile Sigorara Mariapia,
sono Donatella Morra, referente LEDHA nel Gruppo Regionale Alunno Disabile e madre di una ragazza disabile di 23 anni.
Capisco anch'io come l'insegnante di sostegno possa rappresentare per molti genitori l'unica ancora di salvezza. Spesso i nostri figli sono affidati unicamente alla responsabilità di questi insegnanti, che il più delle volte sono anche gli unici nostri interlocutori.
Ma questo non ci basta più, perché rappresenta a ben vedere il segnale di una deriva pericolosa e lo snaturamento delle buone leggi e circolari ministeriali che, fin dall'inizio, hanno sottolineato come l'insegnante di sostegno debba essere un "esperto"che mette a disposizione di tutto il Consiglio di classe la sua specializzazione culturale e professionale e si attiva per poter realizzare la piena integrazione dell'alunno disabile, per orientare e coordinare gli interventi delle figure professionali (operatori sanitari, educatori, assistenti alla comunicazione, assistenti di base, ecc.) che ruotano intorno a lui, stabilire una stabile collaborazione con la famiglia, favorire la sua socializzazione con i compagni, sollecitare modifiche all'ambiente, richiedere gli strumenti e gli ausili utili a semplificare la vita del ragazzo e agevolarne gli apprendimenti.
Gli insegnanti di sostegno dovrebbero anche partecipare alla programmazione educativa e didattica della classe o delle classi in cui operano ed esprimere il loro giudizio sugli altri allievi, perché sono "contitolari"della classe e della sezione in cui operano (Legge 104/1992 art.13, comma 6) e, parimenti, "la responsabilità dell'integrazione dell'alunno disabile e dell'azione educativa svolta nei suoi confronti è, al medesimo titolo, dell'insegnante di sostegno, dell'insegnante o degli insegnanti di classe o di sezione e della comunità scolastica nel suo insieme" (Circolare Ministeriale 250/85, che istituzionalizza la figura dell'insegnante di sostegno).
Se l'insegnante di sostegno lavora accanto agli insegnanti di classe e non in alternativa a loro e svolge il ruolo di governo della piccola "rete" di supporto all'alunno, senza isolarsi con lui in una "aula di sostegno" , provoca nell'alunno, nella classe, nei colleghi, nell'ambiente un cambiamento salutare, unica premessa affinchè ci sia piena inclusione.
Certo, se si tagliano gli insegnanti curricolari, si alza il numero degli alunni per classe, se aumentano i ragazzi con problemi (i cosiddetti svantaggiati, i ragazzi che non conoscono l'italiano, che hanno problemi di apprendimento o turbe del comportamento), non si fa formazione obbligatoria a tutti i docenti sul tema dell'integrazione, il binomio alunno disabile-insegnante di sostegno tenderà sempre più spesso e stabilmente a radicarsi nella prassi e nel sentire comune (così l'alunno disabile "non disturba" o, in versione soft, "non è disturbato" dagli altri..).
Fino magari alla riproposizione delle classi differenziali o delle scuole speciali, spazzate via dalla Legge 517 del 1977 ("Perché non raggrupparli e risparmiare?", "Dove ce ne stanno due possono starcene dieci di pari livello.." ,"La classe ne trarrà vantaggio, recuperando ritmi sostenuti, competitività e rinnovata serietà!": diranno i benpensanti di buon senso..).
E' illusorio, mi creda, confidare che i risparmi ricavati dal taglio dei docenti possano venir investiti in un aumento del numero degli insegnanti di sostegno. Il Ministero dell'Economia e il Ministero dell'Istruzione hanno parlato di aumento del numero degli alunno, di riduzione del tempo scuola, di maestro unico per tagliare semplicemente le spese. I risparmi sarebbero solo in parte ( circa il 30%) reinvestiti in premi stipendiali per gli insegnanti meritevoli ( di qual merito si tratti non è dato sapere..).
Gli insegnanti in esubero non sarebbero in ogni caso insegnanti specializzati ma, nella migliore delle ipotesi, insegnanti curricolari in esubero, visto che nel corrente anno per 164.392 studenti disabili ci sono in organico di diritto (l'unico che presumibilmente rimarrà in servizio, se non si mantiene la promessa dei 93.000 contenuta nella Finanziaria del 2008) 53.527 insegnanti di sostegno specializzati, con un rapporto medio di un docente ogni 3 alunni.
Per questo motivo, in mancanza del supporto collegiale del Consiglio di classe e della formazione di tutti i docenti sul tema dell'integrazione, LEDHA la appoggerà in un ricorso individuale, affinchè venga riconosciuto a sua figlia il diritto all'integrazione con quanto oggi è disponibile (un aumento delle ore di sostegno).
La mobilitazione invece la faremo con Lei, e con quanti intendono rivendicare i propri sacrosanti diritti, sui temi per cui si battono da anni le Associazioni, grandi e piccole, che aderiscono a LEDHA:
- formazione iniziale e in servizio obbligatoria per tutti gli insegnanti, non solo degli insegnanti di sostegno
- realizzazione del progetto di vita e presa in carico integrata dell'alunno disabile da parte di quanti si occupano di lui sotto la regia pubblica
- assegnazione delle ore di sostegno sulla base delle "effettive esigenze", soprattutto per i gravi
- continuità didattica dell'insegnante di sostegno
- rapporto medio provinciale di un docente specializzato ogni due allievi con disabilità
- tener fermo il numero degli alunni massimo per classe in caso di un alunno (25) o due alunni (20) con disabilità non grave
Cordiali saluti.
Donatella Morra, rappresentante LEDHA gruppo di lavoro regionale sull'alunno con disabilità - 5 novembre, Milano