Siti Web dai contenuti molesti: una battaglia ancora aperta
La scorsa settimana LEDHA a seguito della segnalazione di un genitore, è intervenuta per far chiudere un sito web dal contenuto molesto
Sono ancora molti purtroppo i siti internet dai contenuti molesti dove si inneggia al razzismo, alla pedofilia, si denigrano le persone con disabilità e altro ancora. E' perciò importante agire per arginare questo fenomeno.
Un piccolo successo per una battaglia ancora lunga, avvenuto grazie alla segnalazione di una mamma di un bambino con disabilità che semplicemente navigando sul web si è trovata di fronte all'articolo e lo ha segnalato a LEDHA.
Tempestivamente LEDHA ha analizzato i contenuti del sito, trovandoli decisamente discriminatori e molesti. Ha provveduto perciò alla segnalazione prezzo il portale e l'ente di competenza della Polizia Postale.
"La rete - ha commentato Fulvio Santagostini, presidente LEDHA - è un far west dove si può trovare di tutto. Diversi articoli vengono pubblicati ogni giorno senza controllo. Sta al senso civico degli utenti segnalare quei contenuti che vanno contro la legge. Quando ci si imbatte in un contenuto molesto bisogna assolutamente intervenire per combattere il dilagare di questo fenomeno".
Una volta scoperto un sito di questo tipo è infatti bene segnalare il fatto alla Polizia Postale attraverso la mail dedicata commissariatopsonline@poliziadistato.it e per conoscenza al portale che gestisce le pubblicazioni su questi spazi.
Una volta inviata la segnalazione, gli enti competenti valutano la situazione e la gravità delle affermazioni e decidono se procedere all'oscuramento del sito o addirittura all'avvio della procedura di denuncia della persona interessata indicata come responsabile del portale web.
E' importante combattere il dilagare di siti dai contenuti discriminatori e molesti. Qualora ne individuaste uno potete altrimenti procedere segnalandocelo a info@ledha.it. Provvederemo noi ad inoltrare la segnalazione a chi di competenza.
"Essere consapevoli che ciascuno di noi ha un patrimonio di sentimenti e capacità da condividere - ha commentato Maria Spallino, madre di Giulio e fautrice della segnalazione - Comprendere che la diversità è anche un'occasione di crescita. Migliorare la propria e l'altrui fiducia nell'altro. Fare in modo, tutti insieme, che in questa società ci sia sempre un posto degno per tutti. Tenere alta la guardia e partecipare attivamente perché il delirio di un singolo non diventi mai più un movimento collettivo".
La recente sentenza Google, emessa lo scorso 24 febbraio dal Tribunale di Milano ha confermato e definito le responsabilità di chi pubblica o condivide contenuti sul web.
L'accusa, lo ricordiamo, era di diffamazione per la messa in rete di un filmato che mostrava atti di violenza a danno di un ragazzo con disabilità vessato dai compagni di scuola pubblicato su uno dei portali di massima diffusione "You Tube".