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04/05/2006

Pavia: contro le barriere nasce la Consulta

Il Comune di Pavia promuove la nascita della Consulta per l'abolizione e il superamento delle barriere architettoniche e sensoriali.

di Chiara Viola*


La nostra esperienza e la nostra civiltà ci hanno condotto ad avere una rappresentazione mentale di città essenzialmente composta da case alte, per lo più anonime, e strade più o meno intasate da automobili. La presenza in essa dei pedoni è un antipatico «di più», anzi «di troppo».

Lo sa bene chi si trova ad essere pedone. L'ha scoperto tardi qualcuno che si è trovato ad esserlo stato... Ma viceversa, purtroppo, non lo sanno bene coloro che guidando autoveicoli, si dimenticano della loro natura bipede, né forse riconoscono la natura umana dei bipedi vestiti che si aggirano ai bordi delle strade. Né lo sanno bene quei progettisti che pensano alle strade solo - o almeno essenzialmente - per la loro funzione di incanalatrici del traffico.
Sarebbe auspicabile che gli ultimi incidenti mortali ci potessero insegnare definitivamente che la città e le nostre strade le abitiamo noi. E che «noi» siamo molto variopinti e diversificati: per capacità di correre durante un attraversamento, di governare il passeggino del figlio o del nipotino, di individuare il momento propizio per attraversare, di reagire al verde che si accende o che si spegne, di spingerci su una sedia a ruote o di guidarla, di gestirci con un bastone bianco, di zompar via al suono inaspettato di un clacson, di decidere che comportamento tenere nella complessità di un incrocio.
Come Coordinamento tra associazioni, abbiamo sempre sottolineato l'importanza di porre attenzione alla accessibilità della struttura urbana: fin dagli anni 80 abbiamo lavorato per far crescere una cultura per la conoscenza e il superamento delle barriere architettoniche. Sono stati certamente fatti grandi passi avanti, c'è stato un importante sviluppo sul piano legislativo e sono cambiate molte cose anche rispetto ai criteri con cui tali problematiche vengono oggi affrontate.
E' ormai chiarito e riconosciuto che una città più vivibile è un bene per l'intera cittadinanza e non soltanto per alcune «categorie» di persone; si comincia a capire che le «barriere» da considerare non sono più soltanto quelle architettoniche, ma anche quelle percettive o sensoriali.
Molto resta però da fare: soprattutto rispetto alla crescita di una cultura più «matura» e alla consapevolezza che il rispetto delle leggi in materia non rappresenta una pesante sottomissione ad un limite imposto, ma apre una occasione di pari opportunità di vita a tutti «noi» se e quando, per varie situazioni (anche transitorie) di vita, altrimenti rimarremmo gravemente limitati se non addirittura esclusi dal vivere sociale, nel pubblico così come nel privato. Due i punti che vogliamo evidenziare con questa lettera:

1) in positivo vogliamo registrare la volontà del Comune di Pavia di creare una Consulta per l'abolizione e il superamento delle barriere architettoniche e sensoriali. Si tratterà di una istituzione comunale che metterà attorno ad un tavolo il Settore Servizi Socio-assistenziali e quelli legati alle varie attività del Territorio, insieme alla multiforme realtà associativa che ha a cuore la reale «accessibilità per tutti» della città e che qui ci sentiamo di invitare alla partecipazione;

2) in negativo vogliamo sottolineare la nostra grande preoccupazione per la notizia che anche Pavia intende uniformarsi alla moda delle rotonde in ambito urbano. Cioè alla fluidificazione del traffico parallela all'eliminazione dei semafori. Là dove le rotonde sono state costruite in città, per i pedoni (ed anche per le bici) è stato un vero disastro, si contano già dei morti, sono stati più volte spesi soldi per tentativi di aggiustamenti a posteriori, ma ancora non sono stati individuati sufficienti correttivi alle situazioni di pericolo, disagio e disorientamento che esse creano.

* segretaria del Comitato di coordinamento pavese per i problemi dell'handicap

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