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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

09/05/2012

Elena e Patrick hanno vinto la loro battaglia

Un figlio con disabilità non è un ostacolo all'adozione: accolto il ricorso contro la sentenza del tribunale dei minorenni di Milano. Per i giudici della Corte d'appello la presenza di un bambino con disabilità è una risorsa.

 

Elena e Patrick hanno vinto la loro battaglia: presto Nicolò potrà condividere le sue giornata e i momenti di gioco con un fratellino o una sorellina. Il 7 maggio infatti la Corte d'appello di Milano ha respinto un precedente decreto del Tribunale dei minorenni che aveva giudicato la coppia "non ideonea" all'adozione di un minore straniero. Un dinniego motivato esclusivamente dal fatto che Nicolò è affetto dalla Sindrome di Dravet, una rara forma di epilessia.

 

Elena Frizzarin e Patrick Lars Olof Peloso sono sposati dal 2004 e vivono a Somma Lombardo (in provincia di Varese). Nel 2006 è nato Nicolò e la coppia nel 2011 ha avviato le pratiche per ottenere l'idoneità all'adozione internazionale. Come richiesto dall'iter normativo, la coppia è stata sottoposta a valutazione da parte dei servizi sociali del Comune e dello psicologo dell'Asl. Entrambi hanno espresso parere positivo: per loro le condizioni di salute di Nicolò non costituiscono un "fattore ostativo". Di parere opposto il Tribunale dei minorenni di Milano che il 14 dicembre 2011 ha gelato le speranze di Elena e Patrick: per i giudici la presenza di un bambino con disabilità viene vista come un peso che non avrebbe consentito ai genitori di sostenere anche le difficoltà legate all'arrivo di un nuovo figlio.

 

La coppia però non si arrende. Grazie al supporto di Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) e di "Elo - Epilessia Lombardia", presenta un ricorso alla Corte d'Appello di Milano. I giudici di secondo grado ribaltano la decisione del Tribunale dei minorenni. Riconoscendo che la condizione di disabilità del figlio naturale non rappresenta uno svantaggio ma, al contrario, una risorsa per i due genitori in quanto già "preparati alla diversità". E quindi pronti ad affrontare le possibili difficoltà legate all'adozione.
"Siamo di fronte a una vittoria importante per quanto riguarda i diritti delle persone con disabilità - commenta Fulvio Santagostini, presidente di Ledha-. Il riconoscimento del diritto ad avere un figlio anche quando all'interno del nucleo familiare c'è una persona con disabilità è un passo in avanti significativo. La presenza di un bambino con disabilità deve essere considerato un valore positivo e non un impedimento".

 

Ledha ha supportato l'azione legale presentata dalla coppia costituendosi in giudizio con un atto di intervento in cui si evidenzia come il provvedimento del Tribunale dei minorenni di Milano sia fondato "su un approccio alla disabilità ormai superato e contrastante con i nuovi principi giuridici introdotti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con Legge 18/2009". Una lettura che è poi stata accolta e fatta propria dai giudici di secondo grado.
"Nel nostro intervento abbiamo sostenuto come la condizione di disabilità oggi non dipenda solo dalle menomazioni e dalle condizioni di salute di una persona ma anche e soprattutto da un atteggiamento sociale ed ambientale che non accetta la diversità", commenta Gaetano De Luca, avvocato del Servizio legale di Ledha.

 

(I.S.)

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