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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

11/09/2006

Diario da New York

L'approvazione della Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità dal diario di Laura Borghetto, presidente dell'Associazione L'Abilità.

A cura di Laura Borghetto
Presidente dell'Associazione L'Abilità

Questo breve diario è dedicato alle persone con disabilità del nostro paese, piccoli o grandi che siano e soprattutto alle associazioni che ogni giorno combattono piccole e grandi battaglie per un presente e un futuro migliore.

Antefatto - Londra, Domenica 13 agosto 2006 -
Eccomi qui. Dopo l'ennesima perquisizione finalmente l'aereo sta decollando per New York. Mi guardo intorno... nessun italiano... Sono attratta dal badge sulla camicetta della signora seduta accanto a me. "La libertà è vicina" dice lo slogan in rosso. Mi accorgo che ce ne sono molte altre di targhette con quella scritta attorno a me. Le portano uomini e donne, giovani e vecchi, bianchi e neri, euforici come bambini al ritorno da una gita scolastica.. Mi convinco che appartengano a qualche chiesa americana e quelle parole mi suonano comunque di buon auspicio.
Sono passati quasi otto anni da quando abbiamo fondato l'associazione L'abilità. Penso alle cose fatte e cerco di concentrarmi sui fogli che ho tra le mani "VIII Commissione ad hoc per la convenzione sulla protezione e promozione dei diritti e della la dignità delle persone con disabilità".
Protezione, diritti e dignità e protezione: non avevo mai pensato che le attività che con fatica abbiamo cercato di portare avanti ogni giorno in associazione potessero riassumersi in questi tre concetti. Dignità, diritti e protezione sono ciò che cercano i genitori che mi telefonano, che portano i bambini al nostro spazio gioco, che ce li affidano per la vacanza. Dignità: di vedere trattato il proprio bambino come tutti gli altri nella scuola, negli ospedali, dai vicini di casa. Diritti a o poter girare in carrozzina o ad imparare un sistema di comunicazione adeguato. Protezione: dallo sguardo di compassione, dalle incompetenze, dall'insensibilità. Scorro i titoli degli articoli della bozza della convenzione e mi coglie un moto d'orgoglio: diritto alla vita, all'educazione, alla salute, al tempo libero, alla partecipazione. "La libertà e vicina" mi ricorda la targhetta della signora accanto a me. Non riesco a lavorare dall'agitazione.

New York, Lunedì 14 agosto 2006 e giorni seguenti
Eccomi qui in fila per la registrazione delle ONG. Tra un'ora comincerà la prima sessione plenaria della Commissione. Una lunga coda davanti a me. Saprò dopo che gli iscritti sono più di 800 da tutti i paesi del mondo. Molti dei delegati sono disabili. La signora dietro a me in carrozzina nel suo coloratissimo vestito africano si guarda intorno un po' spaurita, come me. Nei giorni seguenti mi diranno che quella giovane donna che a me sembrava così incerta in realtà guida un'associazione di più di 2000 donne africane che lottano per le pari opportunità delle donne con disabilità nell'Africa nera. A fianco a me un'altra donna speciale, italiana questa volta. Tutti la conoscono come Donata Vivanti (presidente di Autismo Italia e Autismo Europa, nonché vicepresidente dell'EDF) ma qui è ben determinata a farsi registrare con il suo cognome da sposata. "Il cognome dei mie figli" mi spiega" è per loro che sono qui". Il suo fare dolce ma deciso non mi sorprende. Questa non è una adunanza politica qualsiasi. Comincia a farsi strada in me un pensiero che non mi lascerà mai in questi giorni. Moltissimi dei delegati sono qui per difendere la propria storia, memore del dolore per i torti subiti, per le opportunità negate, testimoni di discriminazioni e pesanti omissioni, decisi a trasformare la propria esperienza per modificare la realtà, convinti che sia giunto il momento di far sentire la propria voce, di decidere per il proprio futuro. Nothing about us without us è stato il grido di riscossa del 2003 (Anno europeo della disabilità) che qui diventa concreta possibilità.
Nel frattempo mi sono guadagnata il mio badge ed entro finalmente nella sala della conferenza. Si apre davanti a me una delle tante sale dell'ONU che abbiamo visto in televisione. Mi colpisce la grandezza, la disposizione ordinata delle delegazioni, i cartelli dei paesi più lontani tra loro, eppure così vicini, Nuova Zelanda,Bahrein, Suriname, Costa rica, Quatar, Cina...
Dopo l'intervallo mi avvicino alla delegazione italiana. Presenti i rappresentanti governativi Stefano Gatti, Urbano Stenta e come advisors Pietro Barbieri (FISH) e Giampiero Griffo (DPI). Li conosco solo per averli incontrati a qualche convegno. Hanno partecipato alle precedenti sessioni della commissione, conoscono la convenzione a memoria. Sono felici di accogliere una nuova compagna di viaggio, mi spiegano i meccanismi di funzionamento, mi raccontano di questa incredibile esperienza con soddisfazione..Sono incuriositi dal lavoro della mia associazione, sorpresi che anche una associazione così piccola sia giunta fin qui...
Ripenso ancora alla strada fatta. Da sempre ho fatto includere nelle pubblicazioni dell'associazione l'art. 23 della convenzione dei diritti del fanciullo. Poi ho cominciato ad aggiungere estratti dalle Regole Standard. La mia era una duplice intenzione: comunicare ai genitori che i diritti dei loro bambini erano stati sanciti non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale. Ma soprattutto volevo rassicurarli che non erano soli, che l'obiettivo miglioramento delle condizioni delle persone con disabilità nasceva dalle lotte che tanti avevo intrapreso, associandosi e impegnandosi insieme. Tutto questo ora prendeva corpo davanti a me: passavano i giorni e scoprivo che in ogni paese, anche quelli più lontani da noi (e non solo geograficamente) avevano associazioni per la difesa e la tutela di ogni disabilità, ma soprattutto si rafforzava in me l'idea che quelle persone non avrebbero mai tradito le aspettative di 650 milioni di persone con disabilità nel mondo.

C'erano ancora tanti punti su cui le delegazioni dei paesi dovevano trovare degli accordi: la definizione di disabilità, l'inclusione scolastica, la tutela delle persone con disabilità nei territori di guerra, la cooperazione internazionale, il monitoraggio, la definizione di capacità legale. A volte nelle dichiarazioni dei delegati governativi si annusavano contrapposizioni politiche che forse avevano poco a che fare con la disabilità, figlie dell'attualità che certo non poteva restare fuori dalla porta della nostra aula conferenza. In altri casi le obiezioni erano riconducibili a sostrati culturali e a pregiudizi religiosi che spesso minano la libertà degli esseri umani. In altre situazioni le preoccupazioni dei governi erano più di carattere economico che di altra natura.
Ogni sera ritornavo in albergo con la sensazione che mancasse poco, che il lavoro estenuante di livellamento dei termini, di mediazione delle posizioni, avrebbe portato alla conclusione.
Non mi sbagliavo. Venerdì 24 agosto 2006 alle h. 20 un lungo applauso accompagnava l'ultimo articolo ed esplodeva la gioia della sala. La gioia di quasi un migliaio di persone che non aspettano altro che ritornare nei propri paesi per cambiare le storie, le vite di molti che non c'erano ma che hanno diritto ad una vita vera fatta di scuola, lavoro, affetti e gioco.

È questa la convenzione che abbiamo voluto: il diritto alla vita vera, alle pari opportunità e ai pari rischi, il diritto alla libertà per tutte le donne, gli uomini e i bambini con disabilità.

Milano, Lunedì 4 settembre 2006
Eccomi qui sono seduta alla mia scrivania, in associazione. Apro il sito dell'Onu che pubblica il testo definitivo approvato dalla commissione.
Riporto solo l'articolo 3 (la traduzione è la mia).

ARTICLE 3 - GENERAL PRINCIPLES
The principles of the present Convention shall be:
(a) Respect for inherent dignity, individual autonomy including the freedom to make one's own choices, and independence of persons;
(b) Non-discrimination;
(c) Full and effective participation and inclusion in society;
(d) Respect for difference and acceptance of disability as part of human diversity and humanity;
(e) Equality of opportunity;
(f) Accessibility;
(g) Equality between men and women;
(h) Respect for the evolving capacities of children with disabilities and respect for the right of children with disabilities to preserve their identities.

ARTICOLO 3 - PRINCIPI GENERALI
I principi di questa convenzione saranno:
(a) il rispetto per l'intima dignità, l'autonomia individuale inclusa la libertà di prendere le proprie decisioni, e l'indipendenza delle persone;
(b) la non discriminazione
(c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società
(d) il rispetto per la differenza e l'accettazione della disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità;
(e) pari opportunità
(f) accessibilità
(g) parità tra uomo e donna
(h) il rispetto per capacità evolutive dei bambini con disabilità e il rispetto del diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità

Si aspetta ora il voto dell'assemblea generale delle Nazioni Unite e la ratifica dei singoli stati. Dopo la convenzione sarà legge e allora sarà diritto di ognuno e dovere di tutti rispettarla e metterla in pratica, ogni giorno.

 

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