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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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15/02/2013

Campi (Pd): "Al centro la vita indipendente"

Candidato al consiglio regionale per il Pd nella provincia di Monza e Brianza. Nel suo programma, per le persone con disabilità, ha messo al centro il diritto alla vita indipendente e i progetti per il "Dopo di noi".

 

Classe 1975, Alessandro Campi è laureato in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano. Dopo aver conseguito un dottorato presso l'ateneo milanese, dal 2005 lavora come ricercatore al Politecnico occupandosi di basi di dati, di linguaggi di interrogazione e di motori di ricerca. Ha collaborato inoltre con l'università di Oxford (dove ho vissuto alcuni mesi) e con l'Università di Lione. Impegnato nel volontariato dall'età di 17 anni, ha iniziato a occuparsi di politica nel 1996.

 

1.In politica si sale o si scende? Come mai la scelta di candidarsi?

Ho accettato di dare la mia disponibilità a candidarmi al Consiglio Regionale per provare a portare in Consiglio una Lombardia che non si arrende. Ci stiamo abituando a una politica che non riesce ad affrontare i problemi, che non tocca nemmeno certe questioni perché troppo difficili. Non è mai stato il mio modo di intendere le cose, mi sono trovato di fronte a sfide complesse e spesso qualcuno ha cercato di spiegarmi che forse era meglio accontentarsi di qualcosa di più fattibile. Non mi sono mai accontentato e credo sia il momento di una politica che va oltre all'accontentarsi di sopravvivere, credo sia davvero tempo di una politica che osa darsi degli obiettivi grandi, di una politica che ci faccia riguadagnare i 20 anni persi per colpa di una destra becera e ignorante.

 

2. Come mai ha scelto di candidarsi nelle liste del Pd?

Perché è un partito dove le scelte si fanno votando, non obbedendo a un leader.

 

3. Il suo programma elettorale spazia su diversi punti: dall'istruzione alla trasparenza della politica. Se dovesse riassumerlo in poche parole chiave, quali sceglierebbe?

Trasparenza nell'amministrare, coraggio nel scegliere, difesa delle persone più deboli, investire in istruzione e ricerca, puntare su lavoro stabile e ben retribuito.

 

4. Parlando di disabilità, quali sono le priorità del suo programma?

Rendere possibile costruire progetti di vita indipendente per tutti i disabili che sono in grado di trarne giovamento. Valorizzare le persone e permettere loro di realizzare le loro aspirazioni.
Garantire progetti "Dopo di Noi" per chi non può farcela da solo, offrire a disabili che dipendono fortemente dai loro familiari di trovare un supporto indipendente dalla famiglia e di consentire a persone con disabilità anche intellettiva di sperimentarsi in un luogo diverso dalla propria casa, insieme ad un piccolo gruppo, per periodi definiti e programmati, attraverso un progetto educativo personalizzato. Un'opportunità per imparare a vivere senza la costante presenza dei genitori e preparare così il proprio futuro di adulti, ma anche un'opportunità per i genitori per vedere il proprio figlio "sotto una nuova luce" e avere l'occasione concreta per iniziare a progettare un differente futuro per il proprio figlio. Prepararsi al cambiamento, prevenire quindi, cercando di anticipare e di gestire, anziché subire, prevedibili situazioni di difficoltà o di emergenza per comprendere cosa si può fare da soli e in che cosa occorre essere aiutati, per imparare a condividere una casa con altre persone, per scoprire il piacere di saper fare e di sentirsi adulti.
Un terzo settore in cui la Regione può svolgere un ruolo importante è l'abbattimento delle barriere architettoniche. La Regione può agire perché ogni intervento di manutenzione dei luoghi pubblici porti anche all'abbattimento delle barriere architettoniche presenti, privilegiando soluzioni efficaci ed economiche (ad esempio preferendo gli scivoli ai montascale perennemente guasti). Anche il settore del trasporto pubblico ha bisogno di forti interventi per rendere i treni, gli autobus e i tram realmente accessibili alle persone con disabilità. Incentivando le società dei trasporti a installare sui loro mezzi soluzioni oggi disponibili a prezzi contenuti (rampe mobili, scivoli mobili, porte e vani di dimensioni adeguate, banchine per bus, tram e treni all'altezza dell'ingresso nel veicolo) si può migliorare la vita di migliaia di persone (non solo disabili, anche mamme con carrozzina o anziani che faticano a salire su scalini alti) e nel contempo si riducono i costi necessari per offrire trasporti personalizzati dove il trasporto pubblico non è accessibile. In una società dove l'età media è in costante crescita una rete di trasporti pienamente accessibile è qualcosa di cui non si può fare a meno.

 

5. Nel concreto, quali provvedimenti vorrebbe portare a casa entro i primi cento giorni?

Lo stanziamento dei 200 milioni necessari per iniziare i progetti di vita indipendente el'assistenza di chi è in emergenza.

 

6. Uno dei temi che più stanno a cuore alle associazioni di persone con disabilità e ai loro familiari è la vita indipendente, diritto sancito dalla legge 162/98 che però spesso viene disattesa. Cosa può fare la Regione?

Finanziarla e chiedere diventi un diritto reale.

 

7. Altro tema caro ai genitori di persone con disabilità è il "dopo di noi". In che modo è possibile dare risposte concrete al bisogno di queste famiglie? Ci sono esperienze pilota (regionali, ma non solo) che sarebbe possibile replicare?

Credo i progetti "Dopo di noi" devono essere costruiti caso per caso e in strettissima collaborazione con associazioni. La regione dovrebbe incoraggiare l'aggregarsi di più esperienze per avere interlocutori più forti e con più possibilità di portare a termine i progetti.

 

8. Complice la crisi economica, le persone con disabilità faticano ancora di più a trovare lavoro: sempre più aziende preferiscono pagare una multa per essere esentati dall'obbligo di assunzione previsto dalla legge 68. Regione Lombardia gestisce il Fondo per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità e quest'anno ha stanziato 35 milioni di euro per questo scopo. In che modo investire queste risorse? E il sistema delle doti può essere ancora una risposta al problema oppure si tratta di uno strumento da rivedere?

La Regione dovrebbe rifiutarsi di collaborare o di finanziare chi rifiuta l'obbligo di assunzione previsto dalla legge 68. In collaborazione con le associazioni devono essere creati (e finanziati) dei percorsi di assunzione e di inserimento di disabili nel mondo lavorativo cercando di coinvolgere le aziende anche in progetti pilota che abbattano la diffidenza e la paura verso il disabile.

 

9. Una delle sfide più impegnative per la prossima giunta regionale sarà la riforma del welfare. Se sarà eletto in consiglio, quali saranno i suoi capisaldi su questo tema?

Lotta agli sprechi e alla corruzione per avere risorse da usare per ciò che serve davvero.
La sanità pubblica in Lombardia è oggetto di un attacco continuo da parte di chi cerca di dirigere verso il privato le sue risorse. Chi ha provato a rivolgersi ad alcuni centri pubblici per esami o visite specializzati sa che spesso l'unica possibilità per ottenere prestazioni in tempi rapidi è rivolgersi a strutture private. La Regione deve modificare il modo in cui sono distribuite le proprie risorse per usare i propri soldi per offrire servizi e non per arricchire privati. La Lombardia deve attrezzarsi per affrontare le emergenze sanitarie: l'abuso di farmaci (soprattutto di psicofarmaci e soprattutto di psicofarmaci per bambini), la necessità crescente di cure palliative e di terapia del dolore, la crescita delle malattie legate all'inquinamento e all'invecchiamento della popolazione. Razionalizzare la spesa migliorandone l'efficienza senza tagliare cure, anzi migliorando i servizi e rendendoli davvero accessibili a tutti senza attese infinite è la vera sfida di chi governerà la Regione.
L'assistenza ad anziani e disabili è totalmente da ripensare: con l'aiuto delle associazioni e coinvolgendo i destinatari dei servizi bisogna ripensare l'assistenza. Il welfare deve ispirarsi ai modelli del nord Europa dove nessuno è lasciato senza l'assistenza che permette una vita piena.

 

10.Perché le persone con disabilità dovrebbero votarla?

Perché lotterò per quello che ho scritto nel mio programma.

 

11. Perché le persone non-disabili dovrebbero votarla?

Perché lotterò per quello che ho scritto nel mio programma.

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