Standa: la sicurezza discrimina
Spett.le STANDA
Via Dei Missaglia, 97
20142 Milano
Sono una persona disabile con problemi motori e mi muovo con uno scooter elettrico che mi permette di avere una discreta autonomia negli spostamenti e nella gestione della mia vita quotidiana, ivi inclusi gli acquisti.
Vi scrivo per sottoporvi le gravi difficoltà che sto incontrando negli ultimi mesi all'interno del supermercato Standa, con sede in Viale Espinasse 19/21 a Milano.
Questa struttura è sempre stata accessibile ai clienti disabili, in quanto non erano presenti barriere architettoniche che ostacolassero l'accesso all'edificio e la mobilità interna. Negli ultimi tempi però sono stati realizzati alcuni lavori di ristrutturazione e uno di questi ha comportato l'eliminazione della sbarra con fotocellula che permetteva il libero accesso di tutti i clienti all'area degli scaffali. Tale sbarra è stata sostituita con dei tornelli che non permettono il passaggio di una persona che si muove in carrozzina o scooter elettrico.
Il personale del punto vendita giustifica l'introduzione di tali tornelli come misura preventiva contro i furti, ma per le persone in carrozzina ciò comporta che l'accesso agli scaffali debba avvenire percorrendo contromano i corridoi delle casse, solitamente affollate di clienti in coda.
In alternativa esiste, a fianco delle casse, un passaggio di servizio sempre chiuso con due sbarre, che sono apribili solo dal personale del supermercato.
Questa situazione mi obbliga ogni volta, prima di poter procedere agli acquisti, a dover chiedere l'intervento del personale in servizio, limitando la mia autonomia e costringendomi a essere, mio malgrado, un elemento di disturbo sia per clienti in coda alle casse sia per il personale impegnato nelle sue normali mansioni. Oltretutto è sempre necessario attendere vari minuti prima che il personale si liberi dalle incombenze lavorative e mi possa prestare attenzione.
Ho riferito personalmente questi problemi alla direzione del punto vendita, ma mi è stato risposto che non esistono soluzioni alternative.
Ora io vi chiedo come è possibile che un supermercato che era accessibile in autonomia ai clienti con disabilità sia stato modificato in modo da non esserlo più, quando esiste una normativa nazionale che disciplina espressamente l'accessibilità dei luoghi ad uso pubblico. Gli interventi in nome di una presunta sicurezza contro i furti come possono trasformarsi in una discriminazione verso i clienti con disabilità? Perché ogni volta che vado a fare acquisti nel supermercato di via Espinasse mi si deve far sentire "diversa" dagli altri, obbligandomi a richiedere e ad attendere un intervento del personale che io non vorrei esser costretta a utilizzare?
Confidando in una Vostra pronta risposta, che vi prego di inviare in copia anche alle Associazioni di cui sopra, vi porgo distinti saluti.
In fede
Franca Mammoliti
Milano, 5 ottobre 2006