Sondrio, genitori in prima fila per i diritti
Servirebbero otto insegnanti di sostegno in più per garantire l'assistenza ai venti alunni cui sono state tagliate (da 18 a 9) le ore di sostegno. Cinque famiglie presenteranno ricorso.
"In sostanza abbiamo bambini e ragazzi con gravi disabilità per cui sono state richieste 18 ore settimanali di assistenza scolastica. E a cui ne sono state assicurate solo nove". Vanni Saletti, presidente della Fad (Federazione di associazioni per disabili) di Sondrio, spiega che il problema riguarda una ventina di alunni e che per risolverlo basterebbero otto insegnanti in più in tutta la provincia. Su richiesta delle scuole, il provveditorato aveva avanzato la richiesta di implementare l'organico all'Ufficio scolastico regionale, ma da Milano è stato escluso che ci possa essere un ripensamento. "La provincia di Sondrio - spiega Saletti - si trova infatti in una situazione favorevole. Dal momento che il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni con disabilità è migliore rispetto alle altre province: 1,89 a fronte di una media di 2,26".
Ma non basta il dato numerico per riassumere le difficoltà di un territorio dove il numero di alunni con gravi disabilità è quasi pari al numero di quelli con disabilità lieve (la certificazione di disabilità grave dà il diritto ad avere un rapporto uno a uno, ndr), mentre in altre province le certificazioni di minore gravità sono più del triplo rispetto a quelle gravi. "Bisogna poi fare i conti con la particolarità del territorio: le scuole sono spesso distanti tra loro e un solo insegnante non può coprire due istituti come avviene in altre città", spiega Saletti. Di fronte a questa situazione, cinque famiglie hanno deciso di presentare ricorso e ieri sono state firmate le deleghe all'avvocato.
Inoltre, dopo quattro anni di collaborazione tra il Centro autismo Anffas e le scuole di tutta la provincia, non è stata ri-assegnata la docente che fa da raccordo tra gli specialisti del centro e gli istituti dove segue 49 alunni e i loro insegnanti di sostegno. "Questo mette in forte discussione il servizio - spiega Vanni Saletti -. L'impegno del servizio è notevole: Anffas mette a disposizione neuropsichiatra, pedagogista ed educatori. Ma senza un'insegnante che faccia da raccordo non è possibile entrare a scuola e svolgere questo lavoro".
"Non possiamo scambiare i diritti per una questione di costi - conclude Vanni Saletti -. Se viene stabilito che un bambino con disabilità ha diritto a 18 ore di assistenza, perché diventano nove? Sarebbe come mandare a scuola 90 bambini su cento perché non ci sono le risorse per tutti".