Inclusione sociale e servizi, cambiare le regole del gioco
Martedì 19 viene presentata a Milano la ricerca "L'inclusione sociale nella rete dei servizi Anffas Lombardia". Il presidente, Emilio Rota: "Siamo a un bivio: continuare lungo i consueti binari o ripensare i servizi".
Cambiare le regole del gioco per dare concreta applicazione alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Cambiare le regole del gioco affinché ogni persona, indipendentemente dalla propria condizione, non subisca trattamenti differenti e degradanti, ma abbia le medesime opportunità di partecipazione e coinvolgimento nelle scelte che la riguardano.
Una sfida che non coinvolge solo le istituzioni, gli enti locali e la scuola. Ma impone anche alle associazioni una riflessione sulla reale efficacia della propria attività. I servizi, come li conosciamo oggi, sono nati decenni fa nell'ottica del prendersi cura della persona con disabilità, con l'obiettivo di compensare ciò che manca. Oggi, tutto questo non basta più: occorre ri-progettare i servizi in chiave realmente inclusiva. "Siamo di fronte a un bivio: continuare lungo i consueti binari o rimetterci in gioco", è la conclusione di Emilio Rota, presidente di Anffas Lombardia Onlus.
Sulla base di queste riflessioni, Anffas Lombardia ha deciso di mettersi in gioco e di autovalutarsi. Nel novembre 2010 ha avviato un percorso di analisi sul rapporto tra gestione dei servizi e inclusione sociale, con il fine di ricercare idee e ipotesi idonee a rendere sempre più inclusivo il sistema dei servizi alla persona che si riconosce nei valori di Anffas.
La ricerca "L'inclusione sociale nella rete dei servizi a marchio Anffas della Lombardia" ha coinvolto 14 gestori, 54 servizi che hanno in carico quasi 1.200 persone, 80 tra responsabili ed educatori, 300 persone con disabilità intellettiva e relazionale, 100 famiglie e altrettanti volontari. I risultati della ricerca, verranno presentati martedì 19 novembre (dalle 9.15 alle 14) presso il centro congressi "Palazzo delle Stelline" in corso Magenta 61, Milano.
Il punto di partenza è stata la riflessione sulle idee che oggi definiscono la rappresentazione della disabilità e che in questo momento storico costituiscono l'ostacolo più rilevante e quindi i punti di criticità da affrontare per poter avviare i processi inclusivi richiamati dalla Convenzione Onu. Che idee abbiamo del concetto d'inclusione sociale? Cosa comunichiamo all'esterno e quale immagine restituiamo al territorio delle persone con disabilità e del loro ruolo sociale?
“Tutti i nostri servizi sono in convenzione con gli enti locali. Una condizione che impone, necessariamente, molta rigidità nella progettazione - sottolinea Emilio Rota -. Vorremmo affrontare questo aspetto con le istituzioni perché non può esistere una risposta uguale per tutti, e quindi occorre uscire dai percorsi standardizzati".
Tre le aree individuate dalla ricerca: partecipazione al servizio e al territorio, organizzazione e progettazione. Sulla base di 150 indicatori individuati nella ricerca, il primo passo è un'analisi che permetta di individuare i punti di forza e debolezza del servizio. Il secondo sono le Linee Guida progettuali per la ri-organizzazione dei servizi su base inclusiva che verranno presentate con la ricerca. Terzo passaggio, con inizio previsto nel 2014, la "consegna" delle Linee Guida ad Anffas Nazionale che estenderà il progetto a tutto il territorio italiano, coinvolgendo circa mille centri e oltre 30mila utenti per la sperimentazione di nuovi modelli e servizi.