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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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09/07/2015

Vacanze, l’accessibilità resta un sogno per 10 milioni di italiani

Non solo persone con disabilità, ma anziani, malati cronici e famiglie numerose. Se ci fossero strutture adeguate, questo esercito di turisti metterebbe in moto risorse importanti e invece, si perdono 11,7 miliardi di euro.

Sono quasi dieci milioni (pari al 16,4 % delle famiglie) gli italiani che in vacanza riscontrano problemi di accessibilità. Un esercito di turisti che se potesse muoversi grazie a servizi adeguati, metterebbe in moto un giro d’affari diretto di 11,7 miliardi di euro (0,74% del PIL nazionale) e una spesa indiretta, incluso l’indotto, di 27,8 miliardi (1,75% del Pil)
È quanto emerge dall'undicesima edizione dell’Osservatorio Europcar che ogni anno, con l'Istituto di ricerca Doxa, fotografa gli stili di vacanza degli italiani. Per la prima volta nel nostro Paese, seguendo gli studi commissionati sul tema dalla UE, si sono prese in considerazione non solo le persone con disabilità motorie o sensoriali e gli anziani ma anche categorie come i malati cronici, i turisti che viaggiano con i loro animali domestici, le famiglie numerose e quelle con bambini piccoli. E così si scopre che oltre il 50% di richiesta di servizi e strutture accessibili arriva dalle famiglie numerose e con bambini piccoli (3,8 milioni di persone) o da chi va in vacanza senza lasciare a casa o affidare ad altri la cura del suo cane o del suo gatto (1,8 milioni). Nel dettaglio, il valore relativo ai turisti con disabilità e ai senior con problemi di accessibilità sono sostanzialmente in linea con quelli europei e sono un numero decisamente consistente, pari a 4,2 milioni di persone (2,8 i senior e 1,4 circa i turisti con disabilità).

Il 16,4% delle famiglie italiane dichiara di avere, in vacanza, esigenze di infrastrutture per i bambini (31%), assistenza sanitaria (27%, richiesta in modo trasversale da tutti i target), mentre il 23% richiede una specifica accessibilità alle strutture e il 22% la richiede durante il viaggio o gli spostamenti; una percentuale importante, il 21%, richiede, infine, infrastrutture per animali.
È interessante notare che il 5% delle famiglie italiane dichiara di aver avuto esigenze specifiche in passato, ovvero, possono esserci necessità temporanee, a ulteriore conferma di quanti sostengono che l’accessibilità non deve essere considerata un turismo di nicchia – per una nicchia di società che va tutelata - ma deve essere completamente trasversale a tutte le forme di turismo. Il mezzo di trasporto giudicato meno accessibile è il treno: bocciato dal 46% degli intervistati, anche per le carenze infrastrutturali di molte stazioni. Mentre passa l'esame l'aereo (solo il 18% di insoddisfatti).

Una volta a destinazione, cosa chiedono questi 10 milioni di turisti? Per prima cosa l’eliminazione delle barriere architettoniche, (63% degli intervistati): lo fanno le persone con disabilità fisiche o sensoriali (76%) e i senior (73%), ma anche i malati cronici (74%), le famiglie con bambini piccoli (59%) e anche chi viaggia con animali (67%). Al secondo posto il monitoraggio della reale esistenza e qualità dei servizi offerti (lo chiede il 77% dei malati cronici, il 74% delle famiglie con più bambini e il 68% delle persone con disabilità) e, a seguire, la formazione degli operatori.

In questo quadro, l'Italia ottiene un giudizio mediamente positivo: per quasi la metà degli intervistati (49%) nel nostro Paese è cresciuta l'attenzione su questi temi (solo il 15% dice il contrario) e la situazione è migliore (20%) o più o meno uguale (38%) rispetto all’estero. Persiste un problema di organizzazione che necessita di un sistema che coordini tutto e che non può essere affidato alla discrezione dei singoli operatori (anche se molto è ancora doveroso fare sulla formazione degli addetti delle imprese turistiche). Una carenza che rende meno incisivi gli interventi legislativi – ad esempio sull’abbattimento delle barriere architettoniche – e i servizi e i contenuti di reale supporto alla vacanza.

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