Il tram non accessibile č discriminatorio
Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato da un cittadino con disabilitā motoria. Comune e Atm hanno tempo fino al 31 dicembre per sanare questa situazione di discriminazione.
La linea tramviaria che collega piazza Duomo con il quartiere Vigentino (numero 24), non è accessibile alle persone con disabilità che si spostano in carrozzina. I vagoni e le banchine, infatti, non garantiscono alle persone con disabilità la possibilità di accedere ai mezzi pubblici e di effettuare i propri spostamenti in autonomia. Una condizione che per il Tribunale di Milano rappresenta una discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. “Questa decisione del Tribunale costituisce un altro passaggio importante nella progressiva affermazione del diritto antidiscriminatorio come concreto ed efficace strumento di tutela della dignità e autonomia delle persone con disabilità”, commenta l'avvocato Gaetano De Luca del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”.
Antonio (nome di fantasia), vive in un Comune dell'hinterland a sud di Milano. Da anni, per recarsi in città, deve utilizzare mezzi di trasporto privati dal momento che il tram 24 – che gli servirebbe per raggiungere il centro – non è accessibile. E così, invece di utilizzare due sole linee di trasporto pubblico come possono fare tutti gli utenti, Antonio per raggiungere il centro dovrebbe cambiare ben quattro mezzi di trasporto (tre linee di superficie e linea tre della metropolitana) per compiere lo stesso itinerario. Per questo motivo Antonio ha presentato un ricorso contro Atm e contro il Comune di Milano.
Ricorso che è stato accolto dal Tribunale di Milano (Sezione I civile). Inoltre, il giudice ha ordinato che Atm e il Comune di Milano intervengano per sanare questa situazione di discriminazione entro il 31 dicembre 2015. All'azienda di trasporti, il giudice impone di inserire nel parco mezzi della linea 24 “un numero di vetture (tali da assicurarne l'utilizzo da parte del disabile nelle diverse ore della giornata) accessibili al disabile motorio”. Mentre il Comune di Milano deve intervenire entro la fine dell'anno per adeguare banchine o marciapiedi in corrispondenza delle fermate della linea 24, in modo da renderle accessibili.
“Il Tribunale ha accolto la tesi sostenuta dal ricorrente, assistito dall’avvocato Barbara Legnani, secondo cui l’obbligo di rendere accessibili i mezzi pubblici non riguarderebbe solo i mezzi di nuova acquisizione ma anche quelli già in possesso delle aziende di trasporto, in virtù dell’obbligo di adottare accomodamenti ragionevoli”, aggiunge l'avvocato Gaetano De Luca.
Questa sentenza, inoltre, mette in evidenza come il diritto di muoversi autonomamente, utilizzando i mezzi di trasporto pubblici, costituisca un elemento essenziale per il rispetto della dignità degli individui e deve essere garantito alle persone con disabilità al pari degli altri. “La decisione del Tribunale di Milano costituisce di fatto un monito a tutti i Comuni e a tutti i gestori di servizi di trasporto pubblico, i quali dovranno avere sempre più la consapevolezza che non garantire un adeguato sistema di trasporti davvero inclusivo li potrà esporre in futuro ad altre simili azioni legali”, conclude l'avvocato De Luca.