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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

15/10/2015

Lo sviluppo dei servizi per la disabilità in Lombardia

Lombardia Sociale presenta un vademecum che raccoglie una serie di articoli pubblicati nell'ultimo anno in merito agli interventi e alle misure adottate nell'area della disabilità.

Presentiamo qui un Vademecum pubblicato da Lombardia Sociale che raccoglie una selezione di articoli pubblicati sul sito nell’ultimo anno in merito agli interventi e alle misure nell’area della disabilità. Il compendio presenta i principali articoli pubblicati nell’anno in corso riguardanti il tema della disabilità. Una prima parte illustra alcuni dati di riferimento, sia sul fenomeno che sull’offerta di servizi presente sul territorio regionale. Una seconda ripropone analisi e commenti su alcuni dei principali temi toccati da questo anno di legislatura.
 
Qualche dato
Il primo articolo illustra le evidenze emerse dall’indagine Istat sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” – detta anche Multiscopo, mostrando l’incidenza della popolazione con limitazioni funzionali, la sua distribuzione per fasce d’età e una comparazione della situazione lombarda con altre regioni del nord del paese. Dati che mostrano un fenomeno, senza dubbio, di crescente rilievo nella nostra società.
I successivi articoli illustrano invece la fotografia del sistema d’offerta lombardo. A partire dai data base regionali sulle diverse unità d’offerta (raccolti nel sistema open data) viene mostrato lo stato attuale della dotazione di servizi residenziali, semiresidenziali e a ciclo diurno, analizzandone l’andamento nel corso dell’ultimo quinquennio e la capacità di copertura rispetto alla popolazione target. Ne esce una fotografia che mostra un sistema d’offerta in progressiva crescita, in particolare sull’offerta rivolta alle persone con disabilità, seppur ancora attraversato da alcune criticità strutturali su cui è fondato il welfare regionale (es. squilibrio residenzialità – domiciliarità; disomogeneità territoriale…).
 
Quale approccio per lavorare nella disabilità?
Una  vicenda di attualità  – riferita al ricorso al TAR della Lombardia per l’assegnazione della gestione di un CDD ad un ente che prevedeva l’impiego di educatori professionali non con profilo sanitario – si è posta come occasione di dibattito e approfondimento circa le differenti visioni e i diversi approcci al lavoro con le persone con disabilità.
Il primo articolo propone l’approfondimento di Roberto Franchini sui paradossi della progettazione personalizzata – per come viene abitualmente intesa -  e sulle “trappole” dell’approccio più diffuso, quello riferibile al paradigma funzionale. L’autore propone un cambio di prospettiva, che chiama “paradigma esistenziale”, mostrandone concrete esemplificazioni nel lavoro con le persone disabili.
Un secondo articolo inquadra la vicenda del ricorso al TAR all’interno di questioni più ampie che sottendono alla definizione del percorso di studio degli operatori che lavorano nei CDD lombardi:  quali sono le persone che frequentano realmente questi servizi e quali esperienze e percorsi di vita vengono abitualmente proposti e, da qui, i nodi che solleva realmente questa sentenza.

Il terzo prosegue il ragionamento arricchendo l’argomentazione e portando dati ed esperienze concrete provenienti da realtà che da anni gestiscono questa tipologia di servizi,  integrando il dibattito di alcuni aspetti nodali di fondo: quale è il senso del lavoro nei CDD , cosa sostanzia l’intervento di tipo educativo in questa tipologia di servizi e quali effetti concreti potrebbe produrre l’applicazione della sentenza.
Un ultimo articolo infine alimenta il dibattito con una visione nettamente differente, portando al centro della riflessione le ragioni di fondo del ricorso e una visione diversa sulla natura dei servizi CDD (cosa sono, cosa devono garantire) e sul profilo professionale di chi vi opera.
 
Il Budget di salute
Uno dei temi che ha interessato il dibattito sulla disabilità è riferito al budget di salute. Il nuovo esecutivo, sin dal suo insediamento, lo ha nominato come uno degli strumenti attuativi su cui dovrebbe basarsi la riforma del welfare lombardo. Seppur ad oggi siamo ancora lontani da una chiara visione applicativa, nel corso dell’anno LombardiaSociale ha provato ad approfondire il tema in riferimento ad alcuni aspetti specifici, anche nell’idea di fornire utili spunti in questa direzione.
Il primo articolo – di quadro – richiama l’impostazione e la strutturazione del welfare lombardo, così come si è andata radicando negli ultimi vent’anni, per mettere in evidenza la distanza necessaria da colmare per avvicinarsi alla logica del Budget di salute. Cosa significa applicare il budget di salute in una regione come la nostra? Quali aspetti del nostro welfare andrebbero messi radicalmente in discussione? Cosa dovrebbe concretamente cambiare nel sistema dei servizi e nella presa in carico delle persone con disabilità, affinché il passaggio al budget di salute non risulti solo un’operazione nominale e senza sostanza?
Il secondo contributo approfondisce il tema della valutazione della persona secondo il budget di salute, illustrando nel dettaglio esperienze di altri territori, modalità operative e strumenti adottati. Il terzo affonda infine sull’aspetto dell’integrazione tra politiche sociali e sanitarie.
 
Gli atti dell’ultimo anno
Il primo atto di rilievo è stato certamente il Libro Bianco della Regione sul sistema sociosanitario, atto che tratteggia la direzione di riforma e l’impostazione del welfare che il nuovo Esecutivo è intenzionato – almeno nel dichiarato – a voler attuare. Il primo articolo commenta le intenzioni della Giunta e mette in luce opportunità e limiti per le persone con disabilità e le loro famiglie.
Un ulteriore atto su cui si è concentrata l’attenzione degli ultimi mesi è riferito al riparto delle risorse derivanti dal Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, integrato da risorse proprie della Regione, e destinato a persone con gravi e gravissime disabilità. Un fondo che, con il nuovo esecutivo, sta assumendo tratti rilevanti non solo per l’ammontare delle risorse assegnate – oltre 51 milioni più 10 milioni di stanziamento regionale  – ma anche e soprattutto per la sperimentazione di temi da tempo assenti nel welfare lombardo (es. valutazione multidimensionale, integrazione sociosanitaria, governo della presa in carico). Il secondo articolo propone un commento alla delibera di assegnazione delle risorse, osservandola proprio dal punto di vista dei diritti delle persone con  disabilità, mettendo a fuoco le novità più importanti e le attese che da esse derivano.
Come di consueto infine, a dettare l’agenda regionale e i lavori di regolazione del sistema di welfare regionale, è stata la delibera delle regole di esercizio per l’anno 2015 che ha posto alcuni temi all’attenzione del lavoro di analisi di LombardiaSociale. Si  ripropone un articolo  di commento generale alla delibera, dove viene evidenziata la marginalità della disabilità (molto meno presente rispetto ai servizi per anziani) e vengono osservati in prospettiva alcuni temi posti, che oggi riguardano unicamente i servizi per anziani (es. vendor rating…). Tra le poche indicazioni riguardanti quest’area di policy, le regole hanno definito la prosecuzione delle misure sperimentali in riferimento alle persone con autismo. L’ultimo articolo ripropone dunque una ricognizione – su dati regionali – circa l’applicazione del primo anno e mezzo di sperimentazione, illustrando evidenze sul numero di persone raggiunte, sulla distribuzione territoriale, i percorsi avviati e gli assetti di  governance definiti.

Il pdf del vademecum può essere scaricato a questo link

 

A cura di Valentina Ghetti

Già pubblicato su LombardiaSociale.it

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