Trasporto, il Comune taglia i contributi
Una situazione che si č venuta a creare a seguito del mancato trasferimento di risorse dal Governo. Rasconi (Ledha Milano): "Ma non possono essere le persone con disabilitā a pagare". A rischio i posti di lavoro.
Da alcuni giorni, il Comune di Milano ha interrotto l'erogazione dei contributi destinati al finanziamento del servizio di trasporto per le persone con disabilità motoria. Un servizio essenziale per alcune centinaia di cittadini milanesi con disabilità che, senza questo contributo, devono pagare di tasca propria cifre importanti per gli spostamenti quotidiani, compresi quelli per andare al lavoro. “Si tratta di una spesa molto elevata, tra i 400 e i 450 euro al mese. Che va a intaccare buona parte, se non tutta dello stipendio del lavoratore”, spiega Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano.
Questa situazione è la conseguenza del mancato trasferimento, da parte del Governo delle risorse derivanti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza. “Comprendiamo le difficoltà dell'Amministrazione, ma non possono essere le persone con disabilità a pagare le conseguenze di questa situazione – commenta Marco Rasconi -. Siamo disponibili a ragionare con il Comune per trovare una soluzione a lungo termine. Se necessario, siamo disposti ad affiancare l'Amministrazione in una battaglia istituzionale per chiedere al Governo tutte le risorse necessarie”.
Attualmente, alcuni lavoratori con disabiltà stanno coprendo i tasca propria le spese per il servizio di trasporto. Ma si tratta di un compromesso che non è sostenibile nel lungo periodo. Si è venuta a creare una situazione particolarmente difficile e che – se protratta nel tempo – potrebbe andare a minare alla base l'autonomia e l'indipendenza (economica, ma non solo) delle tante persone con disabilità che lavorano. “Il servizio di trasporto è essenziale per le persone con disabilità: chi lavora è autonomo, ha delle gratificazioni, ha maggiori opportunità di vivere una vita indipendente – conclude Rasconi -. Il servizio di trasporto non è un costo, ma un'opportunità: le persone di cui stiamo parlando, infatti, non sono a carico dei servizi sociali”.