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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

02/05/2016

In gita con tutta la classe. Perché la disabilità non è un ostacolo

Il racconto di Angela Argentieri, mamma di Daniele. "Ai ragazzi non puoi dire 'Dovete essere amici per forza'. Devi proporre iniziative che li divertano e li stimolino. In questo contesto matura l'amicizia".

“Mio figlio Daniele frequenta la terza media. E a febbraio è andato in gita con tutti i suoi compagni di classe. Non solo non ci sono stati problemi, ma i suoi compagni di classe hanno discusso tra loro perché tutti volevano stare in stanza con Daniele e il suo educatore”. Una storia controcorrente, quella che racconta Angela Argentieri di ANFFAS Seregno. In giorni in cui spesso si leggono sui giornali fatti di cronaca in cui ragazzi con disabilità sono stati esclusi dalla gita di classe a causa delle loro particolari condizioni. “Il merito - sottolinea Angela - è tutto della positiva e stretta collaborazione tra la scuola e la famiglia”.

Ma per Daniele e la sua famiglia, come per tutti i bambini e ragazzi con disabilità, il percorso verso la piena inclusione non è stato sempre facile. All’inizio Daniele non stava mai fermo al banco, non scriveva, non seguiva le indicazioni degli insegnanti, faceva dispetti ai compagni di classe. “Il merito è stato degli insegnanti di sostegno e degli educatori - spiega Angela -. Seguivano le istruzioni della consulente ABA che dava sia a noi sia alla scuola le indicazioni su come comportarci”. Piano piano, il lavoro ha dato i suoi frutti. Daniele ha imparato prima a stare seduto e fermo al suo posto. “Poi ha iniziato a fare le cose come tutti gli altri. Oggi in terza media segue senza particolari problemi il programma della classe e l’anno prossimo andrà al liceo”.

La didattica, però, rappresenta solo uno dei problemi che un ragazzo con autismo deve affrontare. Fare amicizia, forse, è la cosa più difficile. “All’inizio nessuno dei suoi compagni di classe lo invitava a giocare - racconta la mamma - Daniele non era in grado di chiedere amicizia e gli altri bambini non capivano”. Così Angela ha iniziato a organizzare dei laboratori inclusivi a casa propria, il sabato pomeriggio, con piccoli gruppi di ragazzi, per fare insieme la pizza o dei biscotti. “E’ stato impegnativo e faticoso - racconta -. Abbiamo sfornato anche 230 biscotti in un unico pomeriggio, non sapevo più dove metterli. Ma adesso Daniele ha una sua autonomia, i suoi amici lo coinvolgono nelle loro uscite al cinema o alle giostre. A un ragazzo non si può dire: Devi essere amico di Daniele per forza. Devi proporre qualcosa che lo diverta e lo stimoli. In quel contesto matura l’amicizia”.

“Certo, è faticoso - conclude Angela - la famiglia deve spendersi molto per raggiungere questi risultati, ma fare parte di un associazione forte e vulcanica come Anffas Seregno facendone parte inoltre del Direttivo ci ha aiutato moltissimo. L’energia e la determinazione che investiamo sul territorio (Brianza – Bassa Comasca – Erbese) per proporre progetti di vera inclusione in cui fortemente crediamo, ha aiutato molte famiglie e i loro figli. È bellissimo vedere che mio figlio non è isolato, che partecipa alle attività di tutti i suoi compagni di classe, che frequenta il catechismo. Lui e i suoi amici sono cresciuti assieme”.

Ora l’obiettivo di ANFFAS Seregno è quello di coinvolgere altre famiglie in questi progetti per accompagnare i ragazzi con disabilità verso l’autonomia. “Organizziamo corsi per genitori e insegnanti sulle terapie comportamentali, spieghiamo come organizzare queste giornate inclusive e corsi con professionisti certificati ABA”, conclude Angela Argentieri.

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