Pavia, vinto il ricorso sull'accessibilità della Sala dell'Annunciata
Il tribunale di Milano ha condannato la Provincia di Pavia per "condotta discriminatoria" ai danni delle persone con disabilità.
Il Tribunale di Milano ha condannato la Provincia di Pavia per “condotta discriminatoria” nei confronti delle persone con disabilità. La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi a conclusione di una vicenda che si trascina ormai da alcuni anni, quella della Sala Annunciata dove, malgrado i lavori di ristrutturazione effettuati, non sono state eliminate le barriere architettoniche presenti. Al contrario, ne sono state create di nuove: nello specifico alle persone con disabilità motoria è impossibile accedere al palco. E per cercare di risolvere il problema, la Provincia ha acquistato un cingolato mobile che permette di superare i dislivelli. “Uno strumento che però non consente la piena accessibilità a tutte le persone con disabilità, in modo particolare a chi si sposta con la carrozzina elettrica - commenta Catia Pietra, referente di Ledha Pavia -. Dopo anni di appelli inascoltati, ora la Provincia di Pavia è obbligata da un Tribunale a far cessare questa condotta discriminatoria”.
Una situazione che si trascina già da molti anni: dal 2011, per la precisione. Anno in cui per la prima volta i rappresentanti delle associazioni pavesi impegnate nella tutela dei diritti delle persone con disabilità hanno fatto presente all'amministrazione che i lavori di ristrutturazione della Sala dell'Annunciata presentavano dei problemi. “Non siamo stati ascoltati dalle istituzioni. Per questo siamo stati costretti, alla fine, a ricorrere al tribunale e il giudice ha accolto la parte principale del nostro ricorso – commenta Catia Pietra -. Sarebbe stato molto meglio per tutti (cittadini, istituzioni, persone con disabilità) se da parte della Provincia ci fosse stato un atteggiamento diverso”.
La sentenza del tribunale di Milano ha rilevato che l'accessibilità per le persone con disabilità l'accessibilità alla Sala dell'Annunziata è assicurata limitatamente alla sola platea (140 posti a sedere di cui due per le persone con disabilità), mentre ne rimane inibito l’accesso alla gradinata ad altezza variabile e ai palchi oratori e consiglieri ubicati. “L’attuale conformazione del luogo non permette agli utenti su sedia a ruote di accedere al palco oratori e alla retrostante piattaforma che ospita i banchi del Consiglio Provinciale, entrambi raggiungibili, unicamente, da scale”, si legge nel dispositivo della sentenza. L'Amminsitrazione ha cercato di rimediare a questa situazione acquistando un montascale mobile a cingoli che però riesce a sollevare (seppure lentamente e con difficoltà) le sole sedie a rotelle a spinta manuale. Ma il dispositivo non è adeguato al trasporto delle sedie a rotelle elettriche.
“Si è finalmente conclusa una vicenda che si trascinava da troppo tempo”, commenta Alberto Fontana, presidente di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità che, attraverso il proprio Centro Antidiscriminazione ha affiancato Ledha Pavia per tutta la durata del procedimento. “Ancora una volta per ottenere giustizia e garantire i diritti delle persone con disabilità siamo stati costretti a ricorrere alle aule del tribunale. Quando, invece, sarebbe bastato un maggiore spirito di collaborazione e di ascolto da parte dell'amministrazione locale”.
"Vorrei infine ringraziare, a nome di Ledha Pavia, tutte le persone che hanno reso possibile questo procedimento – conclude Catia Pietra –. I legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA, l’avvocato Giuseppe Polizzi e il pool di avvocati da lui coordinato dello studio legale Santilli&Corace per aver offerto assistenza legale pro bono. Un grazie anche all'architetto Giovanni Del Zanna che ci ha fornito preziose consulenze”.