Al cinema... nei panni di un malato di Alzheimer
Iniziativa di sensibilizzazione della Federazione Alzheimer Italia nelle sale cinematografiche italiane. Per far vivere in prima persona quella sensazione di smarrimento che per i malati di Alzheimer è la quotidianità.
Bibite e pop corn sulle ginocchia, cellulare spento e buio in sala. Tutto è pronto per una bella serata al cinema. Ma c'è qualcosa che non va: chi aspettava di vedere comparire sullo schermo Renée Zellweger nei panni di Bridget Jones si è trovato di fronte all'improvviso Diego Abatantuono. E lo stesso è successo nelle sale vicine dove al posto del pesciolino Nemo o dei magnifici sette ha fatto la sua comparsa il celebre attore italiano.
Non un errore di programmazione, ma un esperimento promosso da Federazione Alzheimer Italia, per far vivere agli spettatori le sensazioni di smarrimento e confusione con cui i malati di Alzheimer convivono tutti i giorni.
Tra il 21 e il 25 settembre (in occasione del Mese Mondiale Alzheimer) gli spettatori che si sono recati nei cinema italiani aderenti al consorzio UniCi (Unione Cinema) si sono trovati di fronte a un apparente errore: il film che cominciava sullo schermo non era quello per cui avevano pagato il biglietto, bensì il celebre film con Diego Abatantuono "Eccezziunale… veramente".
Un imprevisto che ha creato sconcerto in sala, come racconta il video realizzato al cinema Anteo di Milano, che raccoglie le reazioni di alcune delle persone che hanno assistito alla proiezione “sbagliata”. Incertezza, spiazzamento, timore di aver sbagliato luogo: per qualche minuto, prima che sullo schermo comparisse una frase che spiegava il senso dell’esperimento, gli spettatori hanno avuto l’occasione di mettersi nei panni di un malato di Alzheimer, sperimentando in prima persona il disorientamento con cui si trova ad avere a che fare nella quotidianità.
Pensata per sensibilizzare le persone su cosa significa convivere con la demenza, l’iniziativa ha raggiunto il suo obiettivo, portando gli spettatori a riflettere sulle necessità del malato di Alzheimer: assistenza di tipo non solo medico, aiuto nei momenti di smarrimento, comprensione e vicinanza da parte dei familiari, coinvolti anch’essi in prima persona da una malattia che per sua natura impone un ruolo chiave alla famiglia nell’assistenza quotidiana.
“Far vivere in prima persona quella sensazione di smarrimento che per i malati di Alzheimer è la quotidianità - commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia - rappresenta un’occasione per sensibilizzare sia sulle loro necessità, sia sugli aspetti culturali e sociali legati allo stigma, che colpisce non solo i malati ma anche le famiglie. Rendere sempre più persone consapevoli significa fare un passo avanti per combattere il senso di esclusione di malati e familiari, contribuendo a migliorare la loro qualità di vita”
L’esperimento ha interessato 70 sale italiane, per un totale di 400 schermi, portando all’attenzione di 150.000 spettatori le difficoltà che incontra tutti i giorni chi è colpito da una malattia che interessa più di 46 milioni di persone nel mondo, di cui 750mila solo in Italia.