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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

10/05/2007

Scuola: un rifiuto fuori legge

Una dirigente scolastica rifiuta l'integrazione scolastica di una bambina con disabilità. Il Servizio Legale LEDHA interviene con durezza e richiede l'applicazione della legge.

Pubblichiamo il testo della lettera del Servizio Legale LEDHA sul caso della dirigente che rifiuta l'integrazione scolastica di una bambina con disabilità inviata oltre che al Dirigente scolastico, all'Ufficio Scolastico Provinciale di Milano, all'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e al Ministero Pubblica Istruzione.

Oggetto: rifiuto di un dirigente scolastico a realizzare l'integrazione scolastica di una bambina con disabilità - richiesta di intervento -diffida - sanzioni disciplinari.

Nella nostra attività a tutela dei diritti delle persone con disabilità, riceviamo la segnalazione dei genitori di una bambina con disabilità cui viene impedito di accedere alla scuola dell'infanzia con gli ausili necessari a favorire la sua piena inclusione scolastica.
Dalla documentazione prodotta dai genitori risulta che inizialmente il Dirigente Scolastico abbia condizionato la frequenza della bambina all'utilizzo di specifici ausili indicati dagli specialisti che la seguono. In sostanza, per quasi un mese alla bambina non è stata consentita la frequenza scolastica in quanto gli ausili non erano ancora disponibili. In una lettera sottoscritta dalla stessa Dirigente Scolastica (prot. n. 6365/D17 del 29.9.06) viene esplicitamente comunicato ai genitori che "ulteriore condizione è la fornitura degli ausili da parte dell'Amministrazione Comunale: non è accettabile pensare che (...) possa frequentare la scuola in condizioni non adeguate e non corrispondenti alla certificazione del Centro (...)".
Senonchè, dopo che i genitori ed il Comune si erano adoperati a reperire questi ausili, nel momento in cui la bambina si è presentata a scuola, la dirigente scolastica si è opposta all'utilizzo di questi ausili (lettera prot. n. 6929/d17 del 18.10.06) sostenendo la potenziale pericolosità degli stessi.
In virtù di questo rifiuto, la bambina è stata costretta a frequentare sino ad oggi la scuola senza i necessari ausili, nonostante i ripetuti solleciti della famiglia e nonostante gli specialisti avessero fatto presente che l'utilizzo di tali ausili non richiedeva particolari competenze sanitarie/riabilitative da parte degli operatori scolastici. La dirigente scolastica ha però continuato ad opporsi sostenendo che la scuola non è un centro di riabilitazione e pertanto non è possibile frequentarla utilizzando gli ausili prescritti dagli specialisti, ed ha concesso, come unico mezzo accettabile per la frequenza della bimba, un semplice passeggino per bambini piccoli, il cui utilizzo è peraltro inidoneo e soprattutto dannoso per le condizioni di salute di (....).
Nel caso specifico gli ausili prescritti consistono in un "tavolo da statica" ed in un "passeggino ortopedico" che gli specialisti considerano assolutamente necessari per mantenere durante la giornata un corretto posizionamento e per evitare l'aggravamento delle sue condizioni di salute.
Ci risulta che neanche il coinvolgimento dell'Ufficio Scolastico Provinciale (e del suo ufficio "sostegno alla persona") abbia portato ad una modifica della situazione. Su sollecitazione dell'Usp di Milano, è stata convocata per il 19 marzo 2007 una riunione tra tutti gli enti coinvolti (comune, scuola, specialisti riabilitazione, genitori, Usp, Usr) finalizzata alla stipula di una convenzione che definisca i ruoli, i compiti e le funzioni dei vari enti coinvolti nella realizzazione del Pei. In tale sede si è arrivati alla definizione di un accordo con la stipula di una bozza di convenzione che in questi giorni tutti gli enti, tranne la scuola, hanno già firmato.
Ci viene riferito che in realtà la dirigente scolastica, dopo aver inizialmente espresso la volontà di firmare l'accordo, abbia successivamente espresso ancora delle riserve e delle perplessità sull'esistenza di un vero e proprio obbligo da parte dell'istituzione scolastica a garantire la frequenza di bambini che utilizzano degli ausili.
In altre parole a tutt'oggi, a quasi otto mesi dall'inizio dell'anno scolastico, ad (...) non è ancora stata garantita la realizzazione del suo diritto all'integrazione scolastica, in quanto senza questi ausili non le è possibile relazionarsi con i suoi compagni (ed in generale con l'ambiente scolastico) in modo adeguato. Inoltre il divieto di utilizzo di questi strumenti le stà creando dei danni alla salute cui l'amministrazione scolastica sarà prima o poi chiamata a risponderne.
Vi ricordo come il nostro ordinamento giuridico riconosce a tutti i bambini con disabilità un diritto soggettivo pieno ed incondizionato all'integrazione scolastica a prescindere dalla loro gravità o dalle difficoltà che l'amministrazione scolastica può incontrare nel realizzare tale diritto. La stessa Legge 104/1992 all'art. 12 stabilisce che "l'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap".
Tocca quindi alla amministrazione scolastica garantire che questo diritto venga compiutamente realizzato e nel caso ciò non avvenga è chiamata a risponderne davanti alla autorità giudiziaria.
La dinamica di questa vicenda purtroppo fa emergere chiaramente come nel caso di (...) la dirigente scolastica, utilizzando delle motivazioni pretestuose, sia assolutamente contraria ad un percorso di integrazione scolastica di qualità, in quanto non consentire l'utilizzo degli ausili, significa sostanzialmente impedire alla bambina di partecipare pienamente alla attività scolastica alla pari degli altri bambini.
Dobbiamo peraltro riconoscere come l'Ufficio Scolastico Provinciale non appena venuto a conoscenza del caso, si sia attivato per arrivare ad una soluzione della questione, promuovendo una convenzione ed invitando la scuola a garantire la realizzazione del diritto della bambina.
Considerata però il perdurante rifiuto della scuola ad accogliere la bambina con i suoi ausili, risulta necessario un intervento d'urgenza della Amministrazione scolastica regionale e del Ministero della Pubblica Istruzione che imponga alla scuola di accogliere la bambina e che sanzioni il comportamento del dirigente scolastico.
In ogni caso con la presente, in nome e per conto dei genitori che ci hanno incaricato di tutelare i diritti della propria figlia, diffidiamo la dirigente scolastica ad accogliere la alunna (...) con gli ausili prescritti dagli specialisti.
Vi avvertiamo pertanto che nei prossimi giorni la famiglia accompagnerà la bambina presso la Vostra scuola e nel caso le venisse impedito nuovamente (come già avvenuto il 13 marzo 2007) di accedere, sarete denunciati alla Procura della Repubblica per omissione di atti d'ufficio.
La famiglia della bambina peraltro si riserva di presentare una richiesta di risarcimento danni che verranno successivamente quantificati
Nella speranza che questa gravissima violazione dei diritti della bambina possa essere prontamente rimossa rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento e colgo l'occasione per porgerVi i nostri migliori saluti.

Avv. Gaetano De Luca - Servizio Legale

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