“Ars Dicendi”, guide turistiche a lezione di storytelling
Un corso organizzato da Gitec e Associazione nazionale subvedenti ha come obiettivo quello di permettere ai turisti con disabilità visiva di godersi al meglio una visita al museo.
Tra il 5 e il 19 dicembre si è svolto il corso “Ars Dicendi - Dare nuova voce a sentire. Per condurre oltre lo sguardo” organizzato da Confguide - Gitec e realizzato da Associazione nazionale subvedenti Onlus (Ans) a cura di Marco Boneschi. Il corso vuole fornire alle guide turistiche una serie di strumenti (capacità narrativa e uso della voce) che permettono loro di arricchire il proprio patrimonio professionale. L’obiettivo è quello di includere le persone con disabilità visiva all’interno dei circuiti dell’arte. “Formare le guide all’uso della voce e offrire loro gli strumenti per una narrativa più accattivante ed efficace è essenziale per coinvolgere le persone con disabilità visiva - spiega Rosa Garofalo di Ans -. Non basta descrivere l’opera, bisogna costruire un racconto, spiegando il contesto storico in cui questa nasce, arricchendola con aneddoti e altre informazioni”. L’uso della voce e la capacità di intonare il racconto sono ulteriori elementi di appeal.
Il corso ha raccolto un grande interesse da parte delle guide turistiche del Gitec. Un’associazione che negli ultimi anni ha mostrato un grande interesse per iniziative di formazione e sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione dei turisti con disabilità. Un’attenzione che - in molti casi - nasce anche dalle esigenze quotidiane, dal dover andare incontro alle esigenze non solo di persone con disabilità, ma anche di anziani con piccoli problemi motori o visivi.
Ciò che essenzialmente si propone è una riconsiderazione del proprio assetto relazionale e di alcuni strumenti professionali, ma anche un innovativo progetto di inclusione, nel quale chi soffre di una disabilità visiva, ed è quindi immune da una stimolazione eccessiva di questo canale, possa trainare persone normodotate verso una modalità di comunicazione più equilibrata, in cui la vista conservi la sua importanza al fianco e non al di sopra degli altri sensi.
“Ci piacerebbe molto che iniziative di questo tipo venissero replicate anche in altri ambiti - conclude Rosa Garfalo -. Penso ad esempio alle guide mussali, tutti i luoghi della cultura hanno personale che si interfaccia anche con le persone con disabilità”.