L'inclusione lavorativa delle persone con disabilitā uditiva
"Deaf at work" č il titolo di un progetto che verrā presentato domani a Milano. L'obiettivo: favorire il match tra lavoratori sordi e aziende.
Per chi ha una disabilità uditiva trovare lavoro è una sfida particolarmente complessa e, quando riescono a trovare un impiego, questi lavoratori vengono spesso impegnati in attività molto semplici. Mentre all’estero, pur tra qualche difficoltà, chi ha deficit uditivo riesce a trovare impiego anche in professioni più complesse. “Le aziende italiane oggi non conoscono il mondo della sordità e, a causa di tutta una serie di pregiudizi, non assumono persone sorde. Le persone sorde, per contro, hanno diversi problemi ad affrontare il mondo del lavoro: non sanno come proporsi alle aziende e non conoscono i vari processi di selezione e gli eventuali percorsi agevolati esistenti”, spiega Paolo Bonisolli, vicepresidente e direttore operativo della cooperativa sociale “Il Seme” che ha sviluppato il progetto “Deaf at work -Lavoratori sordi, un’opportunità concreta” che verrà presentato mercoledì 29 novembre (dalle ore 14.30 alle ore 17) presso l’istituto Pavoniano Artigianelli di Milano (via Benigno Crespi 30).
Il progetto è stato promosso da “Alfa” (Associazione lombarda famiglie audiolesi) in collaborazione con la cooperativa “Il Seme” ed è stato finanziato grazie a un bando “Emergo” della Città Metropolitana di Milano e ha come obiettivo quello di favorire il match tra l’offerta lavorativa delle persone con disabilità uditiva e la richiesta da parte delle aziende. Un incontro tra domanda e offerta che viene reso più semplice grazie all’uso delle tecnologie oggi disponibili, che permettono di ridurre sensibilmente i problemi di comunicazione, consentendo alle persone con difficoltà uditiva di seguire con successo cicli di studi anche complessi.
Purtroppo, però, le aziende non sono informate su questa evoluzione e sulla grande differenza tra un sordo e un altro e quindi, avendo ancora molti pregiudizi sulle capacità e sulla produttività di questi lavoratori, non li assumono perdendo l’opportunità di inserire in azienda un lavoratore valido che potrebbe fornire un punto di vista diverso e innovativo su varie tematiche. Il progetto “Deaf at work” prevede la realizzazione di un sito/servizio che fornisca le opportune informazioni sia alle aziende, sia alle persone con disabilità uditiva.
“Uno spazio significativo della giornata di domani verrà dedicato alle tecnologie, che rappresentano un fattore abilitante molto importante: permettono infatti di risolvere diversi problemi”, spiega Bonisolli. I sistemi di riconoscimento vocale -ad esempio- possono essere installati sullo smartphone e permettono di trascrivere quello che dice l’interlocutore, in modo che una persona sorda possa poi leggere. I nuovi e più sofisticati sistemi di induzione magnetica, inoltre, permettono di trasmettere la voce dell’interlocutore direttamente all’impianto cocleare o all’apparecchio acustico eliminando rumori di fondo e riducendo le interferenze. Ancora, tecnologie che permettono di trasmettere allo smartphone o agli smartwatch (orologi digitali) segnali luminosi o vibrazioni codificati che permettono di riconoscere suoni dell’ambiente circostante, come lo squillo del campanello o del citofono. “La tecnologia a disposizione permette di fare una serie di operazioni inimmaginabili fino a pochi anni fa”, conclude Paolo Bonisolli.
Durante il convegno di presentazione è prevista la sottotitolazione e l’interpretariato in LIS.
Il programma completo è disponibile a questo link.