Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, il bilancio di due anni di attività
Oltre 2.500 segnalazioni ricevute e 470 casi di discriminazione gestiti durante i primi due anni di attività. Fontana (presidente LEDHA): “C’è un grande bisogno di informazioni e sostegno per vedere tutelati i propri diritti”
Nel corso dei primi due anni di attività, il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha ricevuto 2.543 segnalazioni da tutta la Lombardia parte di persone con disabilità loro familiari o associazioni per segnalare presunti episodi di discriminazione basati sulla disabilità. “Quando abbiamo presentato il CAFB, avevamo immaginato di ricevere un migliaio di richieste l’anno –spiega Alberto Fontana, presidente di LEDHA-. Abbiamo invece superato ampiamente quella cifra. Segno che tra le persone con disabilità e loro familiari c’è un grande bisogno di informazioni e sostegno per vedere tutelati i propri diritti”.
Il Centro Antidiscriminazione promosso da LEDHA e intitolato alla memoria di Franco Bomprezzi era stato presentato a Milano il 25 giugno 2015. Fin dall’inizio delle sue attività, il CAFB si è posto due obiettivi principali: far crescere la consapevolezza delle persone con disabilità nel riconoscere e individuare le situazioni di discriminazione (vietate dalla legge 67/2006) e, in secondo luogo, contrastare concretamente tali situazioni, attraverso interventi legali, se necessario anche di natura stragiudiziale, ricorrendo alle aule dei tribunali.
Tra tutti i casi segnalati al CAFB nel periodo compreso tra il 1° luglio 2015 e il 30 giugno 2017, i legali hanno gestito 470 casi di discriminazione ai danni di persone con disabilità. Quasi uno al giorno, considerando solo i giorni feriali. Per quanto riguarda le tematiche di intervento, la scuola e il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità fa la parte del leone con 398 richieste di intervento. Seguono gli interventi legati al tema della compartecipazione delle spese (146 interventi), i casi di discriminazione sul lavoro (138), l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie (104). Nella maggior parte dei casi, l'attività dei legali si è concentrata sulla consulenza legale (893 casi) e sull'assistenza legale stragiudiziale (207 casi). I ricorsi presentati in tribunale, invece, sono stati 65.
“Questi dati ci dicono che la discriminazione è un elemento quotidiano nella vita delle persone con disabilità, anche se siamo consapevoli che questi numeri rappresentano solo la punta dell’iceberg -commenta Alberto Fontana-. In questi due anni il livello di percezione della discriminazione si è sicuramente alzato, così come è cresciuto il livello di conoscenza del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi. Ma al tempo stesso ancora troppe persone con disabilità e loro familiari vivono situazioni di discriminazione, spesso senza averne una piena consapevolezza”.