Pagare il giusto: una cooperativa sospende il servizio
Un gruppo di genitori lamenta la sospensione del servizio di trasporto verso il Centro Diurno, a seguito del rifiuto di pagare le rette calcolate in base al reddito familiare.
Le famiglie si rifiutano di pagare la retta e la cooperativa che gestisce il Centro Diurno sospende il servizio di trasporto E' quanto sta accadendo a Ghisalba in provincia di Bergamo secondo quanto denunciato dai rappresentanti dei genitori del CDD di Ghisalba.
"Da molti anni - racconta salvatore Francolini - come familiari abbiamo condiviso l' idea che, in rispetto delle leggi nazionali vigenti, il pagamento della retta fosse legata alla compartecipazione del costo da parte dell 'utente. Questa nostra posizione è sempre stata contestata, sia nella precedente gestione pubblica che da quella attuale dove il gestore unico è la Cooperativa Itaca. Già quattro anni fa abbiamo ricevuto ingiunzione di pagamento dall' ASL risolta in sede giudiziaria con la sentenza che l'ASL non era legittimata a chiedere somma alcuna ai familiari. Dopo anni di silenzio ed il passaggio di gestione, circa 20 giorni fa riceviamo una lettera raccomandata nella quale la Cooperativa Itaca ci intima al pagamento delle rette arretrate e preavvisandoci che ,in difetto, dal 2 luglio avrebbe sospeso il servizio di trasporto da casa verso il CDD ritenendo il trasporto un servizio aggiuntivo. Questa loro minaccia si è realizzata e dal 2 luglio I nostri figli sono a casa per il mancato trasporto, rivelatosi poi un servizio essenziale e comunque garantito dalla cooperativa al momento dell' accreditamento. Il 4 luglio abbiamo deciso di accompagnare I nostri ragazzi al CDD a piedi con un percorso simbolico da Martinengo a Ghisalba avvertendo I quotidiani locali e Bergamo Tv. Riteniamo riprovevole il comportamento sia della Cooperativa Sociale Itaca sia dei Comuni interessati (Romano di Lombardia, Martinengo, Cologno al Serio, Cortenuova, Calcio, Cividate al Piano, Ghisalba e Covo) che ne hanno condiviso la scelta. Ci preme comunque ribadire oggi che la Legge 130/2000 all 'art. 3 comma 2-ter cita: al fine di favorire la permanenza dell'assistito presso il nucleo familiare si deve evidenziare la situazione economica del solo assistito, anche in relazione alla modalità di contribuzione al costo della prestazione. Riteniamo giusto e richiediamo con forza che queste traversie vengano civilmente risolte nelle sedi opportune."
Le famiglie hanno infine richiesto un intervento della Regione Lombardia affinché venga ripristinato il diritto dei loro figli a frequentare il Centro Diurno. Una richiesta opportuna e ragionevole per segnare una netta linea di demarcazione tra la gestione del servizio alla persona e gli aspetti economici e amministrativi che hanno strade e percorsi autonomi per dirimere le controversie.