LEDHA continua il confronto sulla Misura B1
Il presidente Alessandro Manfredi ha inviato una lettera ai presidenti delle associazioni che fanno parte della federazione sul Fondo nazionale per le non autosufficienze 2019
Continua il confronto tra LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e Regione Lombardia in merito alla misura B1 del Fondo nazionale per la non autosufficienza (FNA). Un confronto avviato il 22 novembre 2018 con un tavolo presso l’assessorato regionale alle Politiche sociali, abitative e disabilità e a cui LEDHA ha sempre partecipato esponendo con chiarezza le esigenze delle persone con disabilità, a partire dall’esigenza di un aumento delle risorse per far fronte all’incremento degli assistiti: dai 4.963 del 2016 ai 5.767 al 31 dicembre 2018 (dati di Regione Lombardia).
Nel corso dell’ultimo incontro che si è svolto venerdì 25 gennaio, di fronte al percorso e alle proposte presentate dai tecnici per dare continuità alla misura nel corso del 2019 LEDHA ha convenuto su due premesse importanti: la necessità di non escludere nessuno dal sostegno della misura e l’importanza della valutazione multidimensionale e della predisposizione di un Progetto Individuale che rafforzi la possibilità di vivere a casa propria e di non essere inserite in strutture di carattere residenziale.
Tuttavia, nell’ambito della realizzazione di questi obiettivi, LEDHA non ha mancato di rilevare alcuni elementi critici. A partire dalla carenza di risorse: a fronte di un aumento della platea dei beneficiari, infatti, le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia sono diminuite, passando da 9.200.000 euro del 2018 a 6.600.000 euro presenti in bilancio 2019. “Sono state date assicurazioni che, come lo scorso anno saranno ripristinate in corso d’opera, ma il punto di partenza non va bene”, puntualizza il presidente di LEDHA, Alessandro Manfredi, in una lettera inviata ai presidenti delle associazioni che fanno parte della federazione.
Altro elemento critico è l’abolizione del voucher socio-sanitario (del valore pari a 360 euro mensili) e la riduzione a 500 euro mensili per i minori fino ai 6 anni di età (oggi ne hanno diritto i minori fino a 18 anni). Inoltre, l’articolazione del buono in due quote a seconda della condizione lavorativa del caregiver familiare, rischia di ridurre l’importo complessivo dello stesso, dagli attuali 1.000 a 800 euro. “In questo modo per rendere possibile la presa in carico dei nuovi aventi diritto in condizioni di disabilità gravissima, si riduce la quota spettante a coloro che percepiscono già oggi questa indennità. E anche questo non va bene”, puntualizza Alessandro Manfredi.
Oltre ad aver avanzato questi rilievi nel corso dell’incontro con Regione Lombardia, LEDHA ha formalizzato queste richieste in una nuova lettera inviata all’assessore Bolognini. “Ci auguriamo che nella redazione della delibera, la Giunta Regionale tenga conto di queste osservazioni: effettueremo la valutazione definitiva del nuovo programma regionale solo quando avremo la possibilità di accedere agli atti ufficiale e, in quelle occasione le associazioni aderenti a Ledha verificheranno tempi e modalità della risposta”, conclude Alesando Manfredi.