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A cura di Ledha

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14/02/2020

Vita affettiva e amore, cosa desiderano le persone con sindrome di Down

Secondo i dati dell'indagine "Ora parlo io!" di CoorDown solo il 46,4% ha una vita affettiva ma oltre il 75% la desidera. Al via il sondaggio europeo "It's my say!"

Alla domanda "hai una fidanzata o un fidanzato?", solo il 46,5% degli uomini e delle donne con sindrome di Down intervistati da CoorDown ha detto di vivere questa esperienza. Tra quanti non hanno una vita affettiva, il 68% pensa di poterla effettivamente avere, ma oltre il 75% la desidera. Il questionario "Ora parlo io!", promosso nei mesi scorsi da CoorDown, ha permesso di indagare desideri, sogni e progetti di centinaia di persone con sindrome di Down di tutte le età.

Proprio le domande sulla vita affettiva rivelano quanto sia importante e centrale il tema dell’amore: un'esperienza fortemente desiderata e percepita come possibile, ma che dimostra quanto ancora resti un bisogno insoddisfatto, a causa dei condizionamenti sociali, dalla cultura dominante e anche dai familiari.

Le altre domande poste dal sondaggio “Ora Parlo Io!” fotografano lo scarto che c'è tra quello che le persone con sindrome di Down vorrebbero fare e quello che pensano di poter fare nella realtà. Ad esempio, l’88% di esse pensa che potrebbe sposarsi, ma solo il 66,5% osa esprimere questo desiderio. In effetti, le coppie che si sposano si contano sulle dita di una mano tanto da finire sotto la luce dei riflettori, nell’opinione degli intervistati e rispetto ai loro desideri dovrebbe essere una possibilità alla portata di tutti. Le risposte dimostrano chiaramente che i loro pensieri e le loro aspirazioni sono distanti da quello che pensano i genitori, dalla percezione che ne ha la società e che restano distanti purtroppo anche le opportunità che gli vengono date. I dati ci dicono chiaramente che l’obiettivo di ascoltare pienamente i loro desideri è ancora lontano, ed è nostro compito lavorare per far rispettare le loro aspirazioni e decisioni.

Il tema della vita amorosa e sessuale resta comunque un tabù, molti infatti non hanno risposto alle domande riguardanti il desiderio di fare l’amore e poi di avere figli. È stata infatti registrata una caduta della compilazione proprio di fronte ai quesiti che coinvolgono la sfera più intima. Segnale d’allarme su quanto sia necessario affrontare il tema dell’educazione sentimentale e sessuale, dalla famiglia fino alle istituzioni per sfatare pregiudizi e false credenze sulla sindrome di Down.

CoorDown lancia il sondaggio europeo "It's my say!"

L'esperienza italiana di “Ora parlo io!” oggi si amplia e coinvolge la comunità internazionale con il questionario “It’s My Say!”, che CoorDown lancia a livello mondiale e a cui tutti sono invitati a partecipare. Il sondaggio nasce come nuovo strumento di indagine che utilizza il web per dare alle persone con sindrome di Down la possibilità di raccontarsi direttamente attraverso un linguaggio adeguato e accessibile affinché la loro opinione sia espressa in modo libero, non condizionato e soprattutto non mediato da altri sulla percezione della propria esperienza di vita. Lavoro, scuola, vita sociale e affettività, sport e tempo libero sono le aree di indagine approfondite insieme alle persone con sindrome di Down. Il questionario è disponibile in sei lingue, insieme ad una versione con i simboli e la sintesi vocale per rendere accessibile a tutti la partecipazione. L’indagine è aperta anche a chi in Italia non lo ha ancora fatto. Il sondaggio rimarrà aperto alla compilazione fino al 29 febbraio e i risultati della ricerca verranno presentati in occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, il 21 marzo 2020.

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