"Dopo di noi", Regione Lombardia approva il Programma operativo
Prevista una dotazione complessiva di 18 milioni di euro per la realizzazione di interventi a favore di persone con disabilità di età compresa tra i 18 e i 64 anni.
Con la DGR 3404 del 20 luglio, la Giunta di Regione Lombardia ha approvato il “Programma operativo regionale” per il biennio 2018/2019 per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge 112/2016 (“Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”), nota anche come legge per il “Dopo di noi”. Il programma prevede uno stanziamento complessivo di oltre 18 milioni di euro per la realizzazione di interventi di carattere infrastrutturale e gestionale a favore di persone con disabilità di età compresa tra i 18 e i 64 anni.
Cardine del Programma operativo regionale per il “Dopo di noi” è il Progetto individuale, che rappresenta lo strumento fondamentale per avviare il percorso di emancipazione della persona con disabilità adulta dalla famiglia di origine o dalla condizione di vita presso servizi residenziali (in un’ottica di de-istituzionalizzazione). Le risorse messe a disposizione serviranno per finanziare percorsi di autonomia, per il sostegno alla residenzialità e per interventi di pronto intervento/sollievo. Nello specifico, le risorse possono essere utilizzate per finanziare azioni e interventi di natura strutturale: contributi ai costi di locazione e spese condominiali, per coprire il costo di interventi di adeguamento per la fruibilità degli ambienti, riadattamento degli alloggi e per la messa a norma degli impianti, per la domotica, la telesorveglianza o la teleassistenza.
Possono essere finanziati anche azioni e interventi di natura gestionale: per favorire l’autonomia e una migliore gestione della vita quotidiana, per promuovere percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine, per sostenere interventi di domiciliarità presso soluzioni alloggiative che si configurano come gruppi appartamento, cohousing o housing.
I destinatari dell’intervento sono persone con disabilità grave (ai sensi della legge 104/1992) di età compresa tra i 18 e i 64 anni prive del sostegno familiare: mancanti di entrambi i genitori, nei casi in cui i genitori non siano in grado di fornire adeguato sostegno o in prospettiva del venire meno del sostegno genitoriale. Le persone con disabilità grave accedono alla misura "Dopo di Noi" previa verifica dei requisiti e dopo la valutazione multidimensionale a cura dell’Ambito territoriale. Seguirà quindi l'elaborazione di un Progetto individuale, strumento cardine per avviare un percorso di emancipazione della persona con disabilità adulta dalla famiglia di origine o dalla condizione di vita presso i servizi residenziali. In questa logica il Progetto Individuale assume il valore di Progetto di Vita in quanto determina un graduale cambiamento della prospettiva esistenziale della persona.
LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e ANFFAS Lombardia hanno espresso apprezzamento per il contenuto della DGR. “Se riuscissimo a realizzarlo, anche solo in parte, sarebbe un cambiamento epocale per il nostro sistema di welfare che fino ad ora è stato definito, non a caso, familistico e ‘a canne d’organo’ -commenta Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità-. Familistico perché punta a far permanere la persona con disabilità a domicilio (dei genitori o dei familiari). ‘A canne d’organo’ in quanto ogni servizio e misura pubblica ha regole proprie di funzionamento, non sempre coerenti fra di loro”.
Ora invece l’attenzione viene puntata sul progetto di autonomia e di emancipazione della singola persona adulta con disabilità: si intendono sostenere e valorizzare la possibilità che la persona con disabilità possa “uscire di casa”, non il più tardi possibile ma quando lo ritiene giusto. Una possibilità che deve essere offerta a tutte le persone con disabilità, comprese quelle che richiedono maggior sostegno. Quelle che secondo un falso “buon senso” comune sembrerebbero avere come unica scelta quella di essere inserite in un servizio residenziale. Per passare dalle buone intenzioni ai fatti, il Programma operativo prevede numerosi cambiamenti e innovazioni sia nella fase di valutazione, sia in quella di progettazione e implementazione. Ma anche una intensa attività di sensibilizzazione, informazione e formazione che dovrà coinvolgere persone con disabilità, familiari e operatori “È necessario impegnarsi e vigilare affinché le attese non vengano tradite: le associazioni delle persone con disabilità faranno la loro parte, sia a livello regionale come a quello territoriale. Continueremo a lavorare affinché le parole e le opportunità di trasformino in fatti concreti”, sottolinea Alessandro Manfredi.