Biografia, non solo biologia
In occasione della XVI Giornata Mondiale Alzheimer la Federazione Alzheimer Italia in collaborazione con la Fondazione Golgi Cenci organizza un convegno aperto al pubblico.
Dalla medicina alle memorie di vita: l'evoluzione dell'approccio alla malattia.
Lunedì 21 settembre 2009 - dalle ore 9 alle ore 13.00. Sala Colonne Banca Popolare di Milano via San Paolo 2- Milano. Ingresso libero.
In occasione della XVI Giornata Mondiale Alzheimer la Federazione Alzheimer Italia e la Fondazione Golgi Cenci organizzano il convegno "Biografia, non solo biologia" con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, della Sezione Lombarda della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, dell'Assessorato alla Salute del Comune di Milano, della Provincia di Milano e con il patronato della Regione Lombardia. Parteciperanno studiosi italiani e internazionali.
Sono previsti interventi di Ferruccio Fazio, viceministro della Salute; Antonio Guaita, geriatra e direttore della Fondazione Golgi Cenci; Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia ; Peter J. Whitehouse, professore di neurologia alla Case Western Reserve University di Cleveland; Gianluigi Forloni, capodipartimento Neuroscienze dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Alberto Spagnoli, psicoterapeuta e direttore dipartimento Psicogeriatria presso il Centro S. Ambrogio Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio; Giovanni B. Frisoni, neurologo e vicedirettore scientifico presso l'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia
Numerosi gli argomenti in discussione: la necessità di studi longitudinali con cui evidenziare i fattori di rischio e di protezione della perdita delle funzioni cognitive; l'inadeguatezza dei modelli medici basati puramente sulla biologia genetica riduzionistica e la necessità di integrarli con le biografie personali dei malati; l'importanza della ricerca di marcatori biologici con cui monitorare la malattia in fase preclinica; la comunicazione con il malato per raggiungere la sua soggettività e l'importanza delle politiche di inclusione che mantengano un legame tra il malato, la sua famiglia e la comunità di appartenenza; le nuove sfide etiche e deontologiche legate alla comunicazione della diagnosi; la necessità di una stretta collaborazione tra famiglia e professionisti della salute per creare filosofie di cura basate sulla relazione con il malato considerato come persona con una sua storia, una sua identità, una sua personalità.