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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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Rozzano - Milano - 24/10/2012

TSvolta - Teatro Svolta - Quinto de' Stampi - via F.Maggi, 118

'A Noce

Spettacolo teatrale sulla disabilità di e con Barbara Apuzzo. Premio speciale Ustica per il Teatro Scenario 2005.

 

"Lo spettacolo vorrebbe coinvolgere ciascuno di noi all'interno di un mondo, che è quello della diversità e dell'handicap, per viverlo con occhi nuovi".

 

Barbara Apuzzo si racconta nel suo primo e già maturo lavoro teatrale in cui affronta un tema delicato come quello della disabilità con ironia, rabbia, delicatezza e humour e senza facili sentimentalismi. Partendo dalla sua vicenda personale tratteggia una satira impietosa della nostra società, smascherando le debolezze di alcuni miti imperanti nel nostro quotidiano, tra cui il mito del fitness e la ricerca dell'immagine perfetta del corpo. Nella sua battaglia per conquistarsi una vita normale e uscire dal suo guscio protettivo, a volte rappresentato anche dal protezionismo della famiglia, Barbara Apuzzo, nel suo cammino di liberazione, trasforma l'handicap in un'imprevedibile risorsa teatrale.

 

"Il pappicio (in dialetto napoletano) è un animaletto molto piccolo, nero, con le zampe corte, lento, insomma un verme, un piccolo verme, lento anche quando mangia. Vive all'interno della noce e si nutre del frutto. Intanto si rende conto che al di là del suo guscio esiste un mondo. Un mondo che è sinonimo di libertà, di un "fuori" mai visto. Un fuori che verrà conquistato uscendo dalla noce, dal suo guscio. Guscio che molto lentamente viene scalfito in più parti, fino ad essere "spertusato". Quando finalmente questo piccolo verme riesce ad uscire dalla noce, dopo essersene cibato, dopo aver "rosicato" il guscio, diventa farfalla.
Mi paragono a questo pappicio perché il suo percorso può essere raccontato con ironia. Mi paragono a questo pappicio perché il mio handicap fisico mi porta spesso a sentirmi in una gabbia, un guscio... protettivo... ma dal quale prima o poi se ne vuole uscire... e magari chissà, anche ridere del proprio percorso, delle proprie tappe delle proprie difficoltà...
Ho scritto questo testo perché mi interessa sviluppare la relazione tra il concetto tempo/spazio ed una persona, come me, che ha le sue diversità, i suoi handicap fisici. Da questa diversità, da questo handicap, forse potrebbe uscire un diverso modo di pensare il teatro."

 

Barbara Apuzzo

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