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“OpenDot” in mostra a design collisions
Passre dal "Design for all" al "Design for each". La sfida di "OpenDot" che dal 5 al 14 aprile parteciperà alla mostra collettiva "Design Collisions" in programma a Milano
Può il design -la disciplina che per sua natura crea relazioni- proporre una alternativa alle narrative divisioniste, nazionaliste e tribali che stanno prendendo il sopravvento? “Design Collisions”, la mostra curata da Laura Traldi, mette in scena progetti realizzati da comunità a favore della comunità, che propongono ricette per ricucire le fratture che ci affliggono. La selezione di progetti vuole raccontare in che modo il pensiero di design (design thinking) può trasformare il mondo intorno a noi. E, soprattutto, come possiamo tutti contribuire a farlo.
Il FabLab milanese "OpenDot" è tra i selezionati della mostra. Con un video, un Manifesto progettuale e alcuni prodotti paradigmatici, mette in evidenza la sua metodologia di co-design per l’healthcare che coinvolge maker, designer, terapisti, pazienti e associazioni nella progettazione di prodotti specifici, necessari e anche belli, che diventano veicolo e valore per l’inclusione sociale. È un processo progettuale messo a punto negli anni attraverso la collaborazione con Fondazione Together To Go, un centro di eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse.
Con Fondazione TOG è nato UNICO – The Other Design, un brand di prodotti su misura e ausili di design che consentono efficacia riabilitativa e un miglioramento nella qualità di vita di bambini con disabilità. Dal 2015 sono stati creati otto prototipi riabilitativi, definiti nel processo produttivo al punto da renderli scalabili e replicabili on demand. Ogni prodotto è quindi in serie ma al contempo tailor-made sulle specifiche necessità dell'utilizzatore finale. Il design diventa quindi il veicolo per l’inclusione sociale, spostando il focus dal "Design For All" al "Design For Each". All’interno di “Design Collision” OpenDot presenta La bici di Lorenzo e Glifo
Inoltre, in occasione di “Design Collisions”, "OpenDot" presenta il suo Manifesto di co-design per la salute e la cura che enuclea in otto punti un metodo che abilita e facilita il processo di progettazione e la comunicazione tra le persone (professionisti ma anche associazioni, famiglie e pazienti), per stimolare la creatività e ideare soluzioni inedite che migliorano la vita e generano innovazione. Gli otto punti sono così riassunti: Ascoltare e osservare; Insegnare e imparare; Parlare la stessa lingua; Condividere il bisogno reale; Pensare e progettare insieme; Materializzare l’idea; Prototipare, prototipare; Replicare, scalare e condividere.