Teatro Franco Parenti - Via Pier Lombardo, 14,
“Senza parlare”
Spettacolo teatrale che prende spunto dai racconti scritti da genitori e bambini seguiti dal Centro Benedetta d'Intino. Inizio spettacolo alle ore 21
Una serata per riflettere sulla disabilità comunicativa, sulla condizione di chi non può parlare ma ha un mondo interiore di pensieri, stati d’animo, desideri da condividere. “Senza parlare” è il titolo dello spettacolo teatrale che andrà in scena il 13 giugno alle ore 21 al Teatro Franco Parenti di Milano. Uno spettacolo che prende spunto dall’omonima raccolta, scritta a più mani, da genitori di bambini seguiti dal Centro Benedetta d’Intino e che per la prima volta viene messo in scena a Milano. A queso link è possibile prenotare il proprio biglietto.
Un'iniziativa per sensibilizzare sul diritto alla comunicazione per tutti, il cui ricavato andrà a sostegno del progetto “Care for Children” del Centro Benedetta D'Intino, che offre percorsi clinici di Comunicazione Aumentativa e Alternativa a bambini con grave disabilità comunicativa, con l'obiettivo di garantire a tutti quei bambini che non possono parlare la possibilità di esprimersi ed essere ascoltati.
La trama
Sara compie 18 anni, oggi è il suo compleanno. Marco, suo fratello maggiore, diventa suo tutore e decide di organizzarle una festa. Sara però non ha nessuna intenzione di festeggiare, o per lo meno non vorrebbe la festa come suo fratello la sta organizzando, come sta organizzando tante cose per la sua vita. Vorrebbe poter dire qualcosa ma non riesce perché è disabile, non può parlare, non può usare i gesti e dipende completamente dagli altri. Le vengono in aiuto una serie di supporti che le permettono di comunicare. Ma cosa succede quando l’attenzione del fratello diminuisce, quando la voce di Sara non viene ascoltata? La parabola di un giorno per raccontare una vita di difficoltà e il percorso di un’intera esistenza in salita in cui i piccoli desideri, i bisogni, le incomprensioni tipiche di tutti noi devono essere affrontati in un contesto di condizione estrema, in cui ogni piccola vittoria è gigantesca e ogni conquista è reale, sudata, voluta. Lo spettacolo parla di comunicazione e relazione e lo fa raccontando una vicenda nel più classico dei contesti, quello familiare, ed espone il più classico dei conflitti, quello adolescenziale, ma lo fa scalando una montagna, quella della disabilità, una montagna che dovrà essere scalata ogni giorno e ogni giorno ancora e ogni giorno ancora a venire".