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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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11 Settembre 2025

Davanti all'orrore di Gaza non possiamo più tacere

di LEDHA

Formalmente, la nostra federazione non è chiamata a prendere una posizione su quello che succede nella Striscia. Ma non possiamo più tacere perché farlo vorrebbe dire essere complici

Secondo il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità, a Gaza circa 40.500 bambini e bambine hanno subito “lesioni legate alla guerra”. E più della metà, almeno 21mila, hanno riportato lesioni permanenti a causa dell'invasione e dei bombardamenti dell'esercito israeliano.

Come LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità non possiamo più restare in silenzio. Perché di fronte all’orrore di Gaza, al genocidio che viene trasmesso in diretta su tutti i media e le reti social, alla distruzione sistematica del territorio per espellere dalla Striscia la popolazione restare in silenzio significa essere parte di quell’orrore. Significa diventarne complici.

Migliaia di bambini, bambine e adolescenti hanno acquisito una disabilità. Hanno perso un braccio, una gamba o entrambi gli arti, talvolta amputati da medici costretti a operare senza anestesia. Sono diventati sordi e ciechi. Non possono più camminare, non possono più giocare. Se li radunassimo tutti in un unico luogo potrebbero riempire quasi completamente il primo anello dello Stadio di San Siro, con i suoi 26mila posti a sedere.

I 34 mila posti del secondo anello, invece, non sarebbero sufficienti ad accogliere gli oltre 50mila minori che sono stati uccisi o feriti di bombardamenti e dalle incursioni dell’esercito israeliano.

E questi numeri sono solo un piccolo spaccato del dolore causato da un massacro che viene portato avanti nell’indifferenza globale da quasi due anni. Oltre alle tante, troppe, vittime civili ci sono le scuole bombardate, gli ospedali distrutti, gli aiuti alimentari negati o concessi con il contagocce. Ci sono i giornalisti diventati bersaglio delle operazioni militari al pari degli operatori umanitari.

Non possiamo più tacere.

Quello che succede a Gaza non ci tocca direttamente, dal momento che siamo una federazione impegnata per i diritti delle persone con disabilità attiva in Lombardia. Formalmente non siamo chiamati a prendere una posizione. Ma non possiamo tacere perché tacere vorrebbe dire essere complici. Essere indifferenti.

Chiediamo alla Giunta e al Consiglio Regionale della Lombardia che si attivino nei confronti del Governo per pervenire a un cessate il fuoco che possa permettere l’avvio di un vero processo di pacificazione, sostenga la distribuzione di aiuti umanitari e sanitari anche da parte delle organizzazioni umanitarie impegnate, richieda garanzie di tutela per tutte le persone con disabilità che questa guerra ha creato.

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