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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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19 Maggio 2010

Assegno di accompagnamento proporzionale al reddito

di Luisa Bosisio Fazzi

Luisa Bosisio Fazzi Presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità commenta le linee di intervento previste dal Governo Italiano

.........C'è anche l'ipotesi di commisurare al reddito l'assegno di accompagnamento, che oggi viene percepito a prescindere............

Evvai, alla fine, il rospo è stato sputato.

Sembra quasi di sentire: "E' ora di finirla di usare le persone con disabilità (i cosiddetti invalidi) come fonte di reddito".

Sta per finire la cuccagna per noi famiglie con figli con disabilità, di solito in situazione di gravità, sempre non autonomi e con prospettive di vita totalmente dipendente da altri.
Finora abbiamo vissuto alle spalle dello Stato e ci siamo arricchiti con questa indennità.
Ogni mese abbiamo incamerato avidamente questi 480,47 euro benedicendo la sorte di averci regalato ( regalato ?) un figlio o magari due ( raddoppiando l'indennità....sai che pacchia!) con le caratteristiche giuste: quelli di totale e permanente inabilità lavorativa 100% e con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Magari qualcuno, pensando di essere spiritoso, potrebbe paragonare l'esito positivo della visita di accertamento dell'invalidità come una vincita al nuovo gioco Sisal WIN FOR LIFE - VINCI PER LA VITA, Spensierati e Sistemati!

Peccato che tra la situazione reale e l'immaginario e immaginato della vita delle persone con disabilità ci sia un abisso.
Chi vive una condizione di dipendenza non produce reddito e nello stesso tempo distrugge reddito. Esaurisce il reddito della famiglia che lo accoglie ( magari fin dalla nascita) oppure consuma ed erode il reddito proprio dal momento in cui si è presentata la disabilità e la dipendenza nelle cure e nell'assistenza.
E' un consumo che non puoi programmare, dilazionare, rimandare. Ci sono situazioni che richiedono la tua presenza 24 ore su 24, che ti obbliga a rinunciare al lavoro, al riposo, ad una vita sociale ad una vita matrimoniale e di relazione.
E mentre consumi pensi al futuro di questi tuoi figli disabili. Un futuro che per i figli senza disabilità è ovvio e immaginabile ma che per questi è di dipendenza personale ed economica fino al giorno della loro morte. E allori ti imponi budget di sopravvivenza, non compri per te né per tuo marito né per i tuoi figli. No alle vacanze, no al cinema, no al ristorante, scarpe solo se serve, abiti se necessario. Li convinci che è per il loro bene, che l'obiettivo è non lasciare in eredità un fratello che peserà sui loro redditi personali e familiari.

Ma cosa significa nel concreto 24 ore su 24?
Significa che se tua figlia, magari di pochi anni 4 o 5 , deve sottoporsi alla dialisi e lo fa dalla nascita, scegli di farla a domicilio tutte le notti per permetterle di avere una vita diurna "normale". E allora trasformi la casa in una reparto dialisi, ti alterni con tua moglie e una notte si ed una no fai l'infermiere specializzato, il genitore forte e preoccupato, accudisci gli altri figli, vai a lavorare e cerchi di condurre una vita normale di coppia e di famiglia cosciente che la soluzione di questo problema sarà la morte di tua figlia.
Oppure significa che tuo figlio, giovane uomo di 23 anni, sia da accudire come un bambino di tre anni. Ed allora lo alzi, lo lavi, lo asciughi, lo imbocchi, lo pulisci, lo vesti, lo metti in carrozzina, lo porti al centro diurno, poi lo vai a riprendere, gli dai merenda, lo porti in bagno, lo rilavi, lo rivesti, lo imbocchi per cena, lo prepari per la notte.
Oppure se è il partner che subisce un trauma o una malattia degenerativa il nucleo familiare perde il suo reddito, devi sostituirlo anche nel ruolo di genitore verso i figli piccoli o adolescenti, devi decidere se abbandonare il lavoro per accudire lui o lei e i figli oppure andare a lavorare per integrare il reddito perso ma allora devi assumere una persona che ti sostituisca nella cura.
Mi fermo qui perché non è possibile fare un elenco delle situazioni in cui vivono le persone con disabilità. Sono tante una per ogni persona e certamente non pienamente risolvibili con la sola percezione dei famosi 480,47 euro della indennità di accompagnamento.
Possibile che solo su di loro si possa risparmiare?
Mai sentito parlare di economia di scala?
Forse è il caso di fare un'economia di scala, ovvero di prendere tutte le voci e di individuare dove risparmiare ponendo delle scale di priorità che devono includere il mantenimento della dignità delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Il Ministero del Tesoro, il Ministero del Welfare e mettiamoci anche il Ministero della Funzione Pubblica annunciano importanti recuperi di fondi attraverso operazioni maquillage sulle provvidenze economiche a favore delle persone con disabilità ( scusate ...gli invalidi). Ben vengano, le auspichiamo, le vogliamo, ma non fatene un roboante programma pubblicitario capace solo di far nascere, se mai ne avessimo bisogno, di un sentimento di astio e rancore nei confronti delle persone con disabilità percepite come parassiti e come tali da combattere ed eliminare.
Chi ne ha la responsabilità faccia per esempio:
 Pulizia profonda sia sui cittadini che hanno indebitamente percepito provvidenze economiche insieme a quanti ( medici che hanno certificato false invalidità nelle commissioni e funzionari compiacenti) hanno operato per mantenere questo sistema truffaldino.
 Una seria ed efficace operazione di strategia politica quale per esempio la definizione e la applicazione dei LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza) dei LIVEAS (Livelli Essenziali di Assistenza Sociale) affinchè sia possibile per i cittadini accedere ai servizi che necessitano.
 Attui pienamente la Legge sull'inserimento lavorativo affinchè le persone con disabilità con tale capacità possano far ricorso al proprio reddito da lavoro e contribuire alla vita del Paese attraverso il pagamento delle tasse.
 Approvi ed applichi il nuovo Nomenclatore Tariffario per permettere, tramite gli ausili, il superamento della menomazione e quindi la partecipazione alla vita sociale ed economica della comunità sociale.
 Definisca il Piano Nazionale sull'Infanzia dove il bambino con disabilità, insieme alla sua famiglia, dovrebbe avere una visibilità ampia e non solo legata alle necessità sanitarie.
 Applichi l'articolo 14 della Legge 328/2000 che parla di progetto individuale costruito sulla persona e sul suo contesto di riferimento.
 Elabori e applichi politiche economiche e fiscali sui nuclei familiari, che contengano incentivi e benefici, sgravi e indennità per le situazioni che mettono a serio rischio povertà le famiglie che hanno al loro interno minori, disabili e non autosufficienti.
 Una seria ed efficace lotta all'evasione fiscale per terminare lo scandalo dei veri parassiti, quelli che sottraendosi al pagamento dei contributi vivono sulle spalle dei cittadini e anche sulle spalle dei cittadini disabili e sulle loro famiglie.
 Un veloce reintegro dei fondi ai Comuni derivanti dalla eliminazione dell'ICI affinchè gli Enti Locali possano mantenere, migliorare e ampliare i servizi essenziali di cui per legge ne hanno la responsabilità.

L'ICI un cavallo di battaglia, o meglio uno specchietto per le allodole, per attirare consenso. Un tributo locale, pagato dai cittadini al loro Comune di riferimento, controllabile e immediatamente spendibile. Chissà chi pagherà per questa distruzione.
E per tornare alla nostra indennità di accompagnamento, povera somma a disposizione di quanti si trovano per disabilità a non aver mai prodotto e a non produrre reddito, vorrei ricordare a questi Sceriffi di Nottingham, famosi per combattere Robin Hood, che l'azione da loro prospettata porterà ad un ulteriore impoverimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Una azione che li trasformerà in ladri di dignità.

Luisa Bosisio Fazzi - Presidente Consiglio Nazionale sulla Disabilità

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