RSD: non solo esempi negativi
Di seguito il contributo di un genitore al dibattito iniziato con l’articolo su Persone con Disabilità “RSD: un servizio da ripensare?”
Dopo aver letto con interesse il dibattito pubblicato "RSD - Servizio da ripensare" mi sono sentito in dovere di raccontare la mia esperienza.
Sono genitore di un ragazzo affetto da autismo di 31 anni, che vive ormai da otto anni a Cascina Rossago, prima farm community per adulti affetti da autismo in Italia, che è anche uno dei "famigerati" RSD descritti in uno degli interventi in questione.
Cristiano è interdetto, come la maggior parte di coloro che vivono nella residenza.
Cascina Rossago è strutturata con tre unità abitative da otto persone ciascuna (in totale ci sono 24 tra ragazzi e ragazze). Ognuno ha la propria stanza e il proprio bagno.
Posso dichiarare con tranquillità che Cristiano non è costretto a fare attività che a lui non piacciono (ad esempio non gli piace il laboratorio di ceramica, mentre quello di tessitura sì e allora la famigerata struttura cerca di accontentarlo). Ogni giornata è strutturata in maniera diversa dall'altra. Cristiano infatti partecipa sia al basket, sia suona nell'Orchestra Invisibile (hanno suonato in trasferta molte volte anche fuori regione), e magari qualche volta, se vuole, guarda anche la Tv o un film che gli piace.
Certo deve anche lavorare (e chi di noi non lo fa?) e quindi ogni mattina è uno degli stallieri anziani e mi dicono sia diventato bravissimo ed indipendente in questo lavoro. Questo, dato che c'è un bellissimo allevamento di alpaca.
Cascina Rossago, (www.cascinarossago.net) per chi non lo sapesse, ha poi altri laboratori (pittura, falegnameria, etc). Insomma non è certamente la realtà descritta dall'operatrice.
Però Cascina non è solo questo. Vorrei raccontarvi un episodio molto significativo accaduto questa estate.
Ad una ragazza, nel corso della doccia mattutina, è stato trovato un nodulo alla mammella. L'operatrice ha immediatamente interessato l'infermeria e il medico e entrambi hanno deciso di sottoporre immediatamente a visita la ragazza presso l'Ospedale lì vicino. Era tumore. Hanno deciso di operarla e quando ciò è avvenuto, visto che la famiglia non aveva la possibilità di "fare le notti" gli operatori hanno fatto i turni per stare vicino a questa ragazza anche di notte. Pochi sono stati quelli "pagati", i più sono stati quelli che lo hanno fatto volontariamente per stare vicini ad un "amica" e non ad un'ospite.
L'operazione poi è andata bene e la ragazza si è recata anche al matrimonio di un'educatrice.
Insomma, va bene fare le lotte contro le cose che non funzionano e su questo sono d'accordo, ma il clima che si è creato su a Cascina in questi anni, grazie alla costante presenza della direttrice dott.ssa Stefania Ucelli di Nemi, e alle "dritte" del prof. Francesco Barale, dovrebbe essere di esempio a tutti.
Un caro saluto
Manlio Ravasini
p.s. amici di famiglia, che conoscono Cristiano da tempo ci hanno detto che il nostro ragazzo è visibilmente migliorato (ovviamente non guarirà) sotto l'aspetto relazionale. Un esempio su tutti: qualche volta ride a tono e prima non lo aveva mai fatto (altro "miracolo" di Cascina?)
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