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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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23 Maggio 2011

Siamo falsi invalidi perché vogliamo vivere la vita.

di Assunta Corbelli - Comitato di Coordinamento Pavese per i problemi dell'Handicap

Il Comitato di Coordinamento Pavese per i problemi dell'Handicap commenta l'eccezionale partecipazione alla mobilitazione indetta per il 19 maggio da LEDHA di cui condivide "l'ansia, l'angoscia e la preoccupazione"

Sembra incredibile, eppure in questo primo scorcio del terzo millennio il diritto di ciascuno ad un'esistenza dignitosa non è ancora stato adeguatamente assimilato, metabolizzato al punto di diventare scontato. E' proprio per ribadire, chiedere, esigere questo diritto che centinaia di persone tra disabili, famiglie e addetti del terzo settore hanno accolto l'invito di LEDHA e si sono ritrovate sotto il Pirellone, sede del governo regionale lombardo.
Tutte queste persone, che in termini assoluti possono sembrare poche, non hanno affrontato l'impegno fisico, psicologico e organizzativo che comporta una manifestazione solamente per ribadire un principio, ma proprio per denunciare che il diritto, sancito dal diritto nazionale e internazionale, di una vita dignitosa e appagante è stato violato. L'azzeramento del fondo per le non-autosufficienze e i tagli previsti al bilancio dei servizi sociali azzerano completamente ogni speranza d'integrazione, partecipazione, inclusione e scaricano interamente sulle spalle delle famiglie i costi di quell'assistenza indispensabile, ai meri fini della sopravvivenza, per le persone non autosufficienti.


La cronaca della giornata con l'elenco dei politici applauditi e di quelli fischiati e già stata ampiamente diffusa; così come l'ansia, l'angoscia. La preoccupazione, che in alcuni momenti sembrava sfociare in rabbia, dei manifestanti provati e stanchi di tante parole.
Vale invece la pena sottolineare che, ancora una volta, è prevalsa l'importanza di esserci, di prendersi in carico in prima persona da parte di un mondo che, nell'immaginario collettivo, può solo aspettare che qualcun'altro faccia qualcosa.

La partecipazione attiva del disabile, che, in primo luogo è cittadino, alla difesa dei propri diritti rappresenta una cultura in controtendenza che contrasta con forza la sottocultura diffusa da quella parte della politica che fonda il proprio credo sulla disuguaglianza e da quell'altra che si straccia le vesti in difesa della vita e poi, nei fatti, abbandona al proprio destino quella "venuta male", ma che ha il sacrosanto diritto di essere, a tutti gli effetti, vita.

Assunta Corbelli - Comitato di Coordinamento Pavese per i problemi dell'Handicap

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