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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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10 Luglio 2013

Vigilare sulla gestione delle Rsd

di Guido De Vecchi

Il Comitato Ads del sud milanese esprime la sua preoccupazione per la mancata vigilanza, da parte di Comuni e Asl, sugli aumenti delle quote sociali.

 

Come Comitato Ads (Amministratori di sostegno) del sud milanese stiamo seguendo con grande fatica la situazione delle Residenze sanitarie per disabili (Rsd). Volevamo condividere con voi le nostre preoccupazioni legate alla mancanza di vigilanza da parte dei Comuni e dell'Asl rispetto agli aumenti delle quote sociali a carico ai Comuni e di conseguenza alle persone con disabilità ospiti.
In una logica di welfare comunitario la sostenibilità di questa unità d'offerta dovrebbe dipendere dall'impegno di tutti gli stakeholders con la massima trasparenza nell'analisi dei costi di gestione e dei provvedimenti da mettere in atto per renderli accessibili, accoglienti e utili al sistema casa per le fasce deboli, valutando le capacità di spesa degli ospiti e dei Comuni invianti.

Tutto ciò, però, non avviene: la quota sociale entro un range previsto dalla Regione è competenza dell'ente gestore che se orientato all'essere impresa, ha poco interesse nel giustificare gli aumenti della quota sociale. Se invece orientato ad essere impresa sociale responsabile, può trovare nell'alleanza tra i portatori d'interesse una leva di resilienza importante che cambia le prospettive. Ma quanti sono gli enti gestori che vivono il loro servizio nella seconda prospettiva?

Noi viviamo una situazione particolarmente grave rispetto alla Rsd di Rozzano. I Comuni disertano i tavoli e si nascondono dietro il mantra della mancanza di risorse, le famiglie sono disorientate, i giudici tutelari non entrano in merito alla natura e alla qualità della spesa per il tutelato. Mentre l'attuale ente gestore (la cooperativa Crm, subentrata ad Ama spa) si trova a gestire un aumento dei costi che ha portato la quota sociale a 89,20 euro al giorno.

Bisogna affrontare una volta per tutte questa situazione. Anche partendo da una valutazione, da parte degli ospiti dei loro Amministratori di sostegno, della qualità dei servizi offerta nella Rsd a fronte della quota sociale spesa. Anche per orientare le famiglie e gli Ads nella scelta dei servizi a cui affidare la qualità della vita dei propri cari, obbligando gli enti gestori alla massima trasparenza e volontà di cogestione del servizio.

In una famiglia, prima di aumentare le spese si verificano le economie possibili. Si tratta di un principio tanto semplice quando inattuato. Certo è molto più comodo far finta di niente e accontentarsi, ma i tempi di don Luigi Moneta che offriva "un tetto e un letto ai diseredati della campagna milanese" sono passati da 150 anni.

 

 

Guido de Vecchi

Presidente di Ageha onlus, aderente al comitato Ads Sud-Milano, consigliere "Fondazione I care, ancora"

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