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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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7 Febbraio 2017

La sfida dell'Agenzia pilota di mediazione sociale: investire sull'occupabilità

di Ester Masseroni

L’incapacità di inserire sul mercato del lavoro persone anche solo potenzialmente produttive è fonte di inefficienza sia da un punto di vista economico che sociale.

Le persone con disabilità in Italia sono più di 3 milioni, ma soltanto il 19% di loro è occupato. Questo dato merita una riflessione, soprattutto se si considera la presenza della legge n. 68 del 12 febbraio 1999 introdotta per tutelare l’inserimento lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette. Non può essere sottovalutato il valore della dimensione lavorativa: l’occupazione, infatti, oltre a consentire il raggiungimento dell’autonomia economica, sgravando conseguentemente il sistema assistenziale, favorisce l’inclusione sociale e l’acquisizione di dignità fondamentali.

La normativa, modificata in ultimo anche dal Jobs Act, supera il regime vincolistico in favore del cosiddetto collocamento mirato. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede un cambiamento nell’operato degli enti territoriali accreditati, anelli di congiunzione tra la legge e le persone con disabilità. Cui viene chiesto di agire secondo una logica di mediazione e collaborazione, mediante lo sviluppo di una rete costituita da nodi capaci di interagire ed integrarsi.

Le politiche di promozione dell’inserimento e del mantenimento lavorativo prevedono attuazioni differenti nelle varie regioni. Analizzando il contesto lombardo emerge il progetto innovativo dell'Agenzia Pilota di Mediazione Sociale, implementato dall’Agenzia per il lavoro di Anmil.

L'Agenzia, inaugurata lo scorso giugno, si propone di realizzare azioni di rinnovamento nelle modalità di condurre le pratiche di collocamento mirato: la creazione di un tavolo di governance territoriale capace di modificare la gestione delle risorse pubbliche e private dando voce a tutti gli attori operanti; l’erogazione di servizi finalizzati ad accompagnare l’utente nel percorso di inserimento lavorativo (valutazione del potenziale, formazione, coaching, tutoring on the job); l’erogazione di sevizi per le aziende come la consulenza amministrativa per la gestione degli obblighi ai sensi della L. 68/99, e il supporto all’integrazione socio – lavorativa per facilitare i processi di inserimento delle persone con disabilità nelle organizzazioni; l’attivazione di un circolo virtuoso facilitante il passaggio dei lavoratori con invalidità dall’ambiente protetto delle cooperative sociali di tipo B a quello competitivo e performance oriented delle aziende profit, favorendo il ricambio dell’utenza nelle cooperative e potendo raggiungere una platea più ampia di soggetti.

L'APMS dedica particolare attenzione alle persone con disabilità deboli, spesso scartati dalle aziende perché con percentuali di invalidità elevate, l’APMS investe sulla loro occupabilità offrendo percorsi gratuiti di orientamento al lavoro e di formazione professionalizzante finalizzati ad accrescere competenze e capacità.

Nonostante tale progetto sia solo all’inizio, i risultati raggiunti dimostrano che si sta andando nella giusta direzione: il 95% dei partecipanti ha concluso il percorso formativo e per il 68% di loro sono stati attivati tirocini. In un momento di contrazione del mercato del lavoro, l’APMS mostra un nuovo approccio al welfare che, mediante la costituzione di una rete, diviene capace di rafforzare la sussidiarietà orizzontale e di gestire le politiche attive secondo una logica di governance partecipata.

 

Ester Masseroni

 agenziapilotamediazionesociale.org

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