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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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14 Marzo 2019

La Val di Mello sia per tutti

di Vanni Seletti

Lettera aperta alle guide alpine e a coloro che, in questi giorni, hanno lanciato una petizione per fermare un progetto per migliorare l'accessibilità di un sentiero

Ho letto, con dispiacere, le considerazioni del dottor Luca Verri, responsabile dei servizi sociali del Comune di Sondrio, sul progetto per rendere accessibile a tutti l’area protetta del parco della Val di Mello. Da quasi quarant’anni mi occupo di disabilità e in questi decenni ho profuso molto impegno affinché la società rispetti il diritto delle persone con disabilità a essere considerati cittadini a tutti gli effetti. Dopo aver letto il sopracitato articolo mi sono adoperato per recuperare il progetto in questione: non c’è, non è ancora stato presentato e avverrà alla fine del mese di marzo. Allora mi sono posto alcune domande, ma dove sta la paventata cementificazione? Dove la stesura di asfalto? Dove l’intervento radicale in una valle che è diventata riserva naturale regionale?

Niente di tutto questo, solo ipotesi a sostegno di proprie argomentazioni. E allora perché l’aver ipotizzato un intervento di adeguamento di un sentiero esistente per poter essere percorso da persone con disabilità ha suscitato tanto clamore e repulsione?

A questo aspetto vorrei dare alcune valutazioni riprendendo in parte il testo della petizione e alcune affermazioni fatte da esponenti delle guide Alpine sul sito Valdimello.it.

“La Val di Mello è bella così com’è senza nuovi irrazionali percorsi e non c’è bisogno di tirare in ballo ignobili scuse di disabilità”. Questa frase è stata scritta in un commento, dal signor Jacopo Merizzi, rappresentante delle guide alpine della Val di Mello, e sintetizza bene il pensiero che ancora trova radicamento in molte persone. Signor Jacopo la disabilità non è una scusa ignobile, ma “il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con altri” ( dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con Disabilità). Il suo commento si distingue per frasi in cui si evidenzia un disprezzo per le persone con disabilità. ( “un bel percorso per disabili”, oppure “lì dove già transitano ogni anno migliaia di bambini non c’è bisogno di alcun percorso normato, attrezzato”. Cosa vengono a fare questi disabili, aggiungo io). Che queste persone (con disabilità) si accontentino del parco cittadino attrezzato, come Lei afferma, e non continuino a chiedere di voler vedere cose a loro non “concesse”.

La informo che da parte nostra non c’è nessuna volontà a voler stravolgere un territorio, non lo abbiamo mai fatto, ma poter discutere pacatamente il contenuto di questo progetto quando verrà presentato credo sia legittimo in una società civile, e soprattutto quando si afferma che “ la Val di Mello … è un bene di tutti”. Di tutti, anche nostro e ci batteremo sempre come Lei affinché non ne venga intaccata la peculiarità.

Nella petizione questo progetto viene comparato ad uno “stupro-casalingo”, altri e ben più gravi sono gli abusi perpetuati a danno dell’ambiente e mi piacerebbe sapere quante tra le persone che a migliaia hanno firmato la petizione poi protestano con altrettanta veemenza, per una strada a quattro corsie che attraversa parte della bassa valle con un impatto sull’ambiente notevole? Quanti protestano per lo stravolgimento dell’ambiente operato dai centri sciistici per fare piste e strutture per risalita? In quanti hanno protestato per alcune “strade tagliafuoco” che il più delle volte sono servite per valorizzare le baite esistenti e per costruirne altre?

Già ma questi sono interventi che servono per alimentare il turismo di massa e l’ambiente che vada a farsi benedire.

E sempre dalla petizione "un circuito che nessuno vuole, nessuno lo desidera, nessuno lo chiede ma avvilente per tutti, disabili per primi". Lasci che siano le persone con disabilità ad esprimere i loro desideri, non si arroghi questo diritto, hanno tutta la capacità per farlo. Vede signor Jacopo Merizzi le persone con disabilità non hanno bisogno di attrezzare un ambiente per mettere alla prova i propri limiti, lo fanno tutti i giorni superando ostacoli che nemmeno immagina, superano massi, torrenti, scalano pareti e tutto con enorme fatica e lo fanno per affrontare la vita quotidianamente e non per capriccio o ostentazione.

Se questo progetto toglie a Lei e alle persone che hanno sottoscritto la petizione la propria ragione di vita ci ritiriamo immediatamente dal prenderlo in considerazione e la lasciamo godere la sua bellissima valle.

Al dottor Verri, persona che conosco molto bene e di cui ne apprezzo la competenza, chiedo solo in quale occasione abbiamo mai sostenuto progetti che recassero danni irreparabili a strutture storiche o al territorio naturale. Molti parchi nel mondo sono stati resi accessibili a tutti senza stravolgerne il contesto, anche le famose cascate del Niagara. Noi invece ci fermiamo di fronte alla sola ipotesi di adeguamento di un sentiero con una ferocia di linguaggio ed argomentazioni senza uguali.

Linguaggio talmente offensivo nei confronti delle persone con disabilità da indurmi a chiedere una consulenza legale al Centro Antidiscriminazioni di LEDHA. Le frasi usate e i concetti espressi per fermare questa ipotesi di progetto umiliano le persone con disabilità, dottor Verri, e mi spiace davvero, e non solo a me, di averla vista unita a questo coro.

Vanni Seletti, presidente FAD provincia di Sondrio

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