Lettera a un operatore della cura
"C’è chi tocca gli altri invece di stare a distanza. C’è chi entra in casa d’altri invece di restare a casa. Perché ci sono altri di cui avere cura anche nell’emergenza e nella paura".
C’è chi tocca gli altri invece di stare a distanza
C’è chi entra in casa d’altri invece di restare a casa
Perché ci sono altri di cui avere cura anche nell’emergenza e nella paura
A chi ogni giorno svolge un mestiere umile ma di cui in occasioni così si coglie il valore, a chi non è un eroe e non vuole esserlo, a chi ha paura e si sente solo, a chi lo sa che è una persona quel vecchio o quel bambino da cui sta andando e non servono tanti altri discorsi. A chi fino a ieri andava ogni giorno in un centro diurno che adesso è chiuso e si sta chiedendo come fare, a chi lavora in un servizio residenziale e sa che per aver cura di altri deve stare attento a tante cose. Agli ultimi anelli delle reti che si occupano di altri ultimi, a chi lavora per strada e in mille posti difficili da immaginare volevo dire: Grazie
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
(Erri de Luca, Valore)
Considero valore l’appartenere alla comunità di chi lavora nel sociale
Un abbraccio grande,
Mario Paolini